Investing.com - L’euro sale contro il dollaro negli scambi della mattinata europea di questo giovedì, sulla scia degli indici dei direttori acquisti in Francia e Germania da cui emerge che l’economia della zona euro potrebbe aver raggiunto il fondo dopo il rallentamento della fine del 2018.
Alle 03:30 ET (08:30 GMT), l’euro si attesta a 1,1354 contro il dollaro, poco meno del massimo di due settimane, in seguito ai dati sugli indici PMI che hanno battuto le aspettative, sebbene il settore manifatturiero tedesco sembri aver visto una contrazione a febbraio.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è scambiato a 96,297, vicino al minimo di due settimane. E questo malgrado i verbali perlopiù equilibrati dell’ultimo vertice di politica monetaria della Federal Reserve, che hanno rivelato che i tassi di interesse potrebbero ancora salire nel corso dell’anno se l’attuale incertezza sull’economia dovesse ridursi.
“Il dollaro ha visto un lieve rialzo in quanto i verbali sembrano aver placato i partecipanti dei mercati, aggrappati all’idea che la Fed alzi i tassi ancora una volta quest’anno; ma, nel complesso, i verbali sono risultati in linea con quanto dichiarato dalla Fed a gennaio”, afferma Daisuke Karakama, capo economista dei mercati di Mizuho Bank.
Tuttavia, il biglietto verde e l’euro scendono contro la sterlina, in seguito a delle dichiarazioni positive sulla scia di un vertice svoltosi tra il Primo Ministro Theresa May e il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker.
Le dichiarazioni hanno riacceso le speranze di evitare una Brexit senza accordo alla fine del mese prossimo, nonostante i crescenti segnali di trambusto politico nel Regno Unito. Le notizie suggeriscono che May sia sempre più sotto pressione per prorogare la data di uscita del paese dall’UE, fissata per il 29 marzo.
Sia il partito Conservatore al governo che il partito Laburista all’opposizione questa settimana hanno visto delle defezioni da parte dei rispettivi legislatori più centristi, la maggior parte dei quali vorrebbe che la nazione restasse in UE. Nessun partito ha cambiato idea sulla Brexit al momento ma la spaccatura sembra rendere più complicato ottenere una maggioranza matematica al Parlamento su qualsiasi tipo di accordo sulla Brexit.
Il rischio di una Brexit senza accordo è stato indicato chiaramente dall’agenzia di rating Fitch ieri sera, che ha messo sotto osservazione con implicazioni negative il rating del Regno Unito - un passo che in genere precede un ribasso - affermando che una Brexit disordinata rischia di creare una grave recessione.
Intanto, nella notte, il dollaro australiano scende dell’1% contro il biglietto verde dopo la notizia di un divieto sulle importazioni di carbone da parte di uno dei principali porti cinesi. La notizia dimostra la sensibilità dell’aussie alla domanda cinese per le materie prime della nazione. Anche il dollaro neozelandese, cosiddetto kiwi, si è indebolito in seguito alla notizia.
E il rand sudafricano segna il massimo di una settimana, recuperando le perdite di ieri registrate quando il governo ha annunciato un piano di salvataggio mirato alla compagnia energetica in difficoltà Eskom. La cifra del salvataggio è minore di quanto si temesse ma giunge in un momento in cui il deficit di bilancio è al massimo di 10 anni.
-Articolo realizzato con il contributo di Reuters