Di Alessandro Albano
Investing.com - Da novembre, l'EUR/USD è passato dai minimi storici di circa 0,95 agli attuali a 1,085. Un movimento vicino al 10%, che è cominciato con il rallentamento dell'inflazione statunitense e in seguito con il pivot della Fed sui tassi. A questo, si è aggiunta una Bce più falco e una Christine Lagarde che più volte ha ribadito come la banca proseguirà in modo significativo l'entità e il ritmo dei rialzi dei tassi.
Questi due fattori, scrive in una nota Peter Kinsella, Global Head of FX Strategy di Union Bancaire Privée, portano a pensare che il dollaro abbia "probabilmente raggiunto un picco pluriennale" e che sia destinato "a indebolirsi notevolmente nei prossimi anni".
Le ragioni sono molteplici, secondo l'esperto di forex:
- Le pause della Fed si trasformano in svolte: in passato, è stato raro che la Fed riavviasse i cicli di rialzo dei tassi quando aveva smesso di aumentarli. L'ampio deterioramento delle prospettive di crescita implica che la Fed modificherà prima la sua retorica e poi i mercati inizieranno a prezzare i tagli dei tassi, il che peserà sul dollaro.
- Il dollaro rimane incredibilmente sopravvalutato in base a tutte le tradizionali metriche di valutazione: continua a scambiare a livelli elevati sia in termini di tasso di cambio effettivo reale (REER) che in termini di ponderazione commerciale. Inoltre, qualsiasi calo dell'avversione al rischio globale peserà sul dollaro, che ha beneficiato dell'aumento delle tensioni geopolitiche nel 2022.
- Dinamica delle partite correnti: il deficit delle partite correnti degli Stati Uniti si è ampliato in modo deciso nel 2022, raggiungendo livelli pari a quasi il 4% del PIL statunitense.
- Cicli divergenti: il ciclo di crescita statunitense e quello cinese sono destinati a divergere significativamente nei prossimi mesi, con il rallentamento degli Stati Uniti e la riapertura della Cina. Questa combinazione è tipicamente favorevole alla debolezza del dollaro.
Stando sul medio termine, Peter Kinsella sottolinea l'importanza della riapertura anticipata della Cina. Dato l'ampio commercio bilaterale dell'Eurozona con la Cina, spiega il global head di UBP, "l'euro ha un beta elevato rispetto alle dinamiche di crescita cinesi".
"La riapertura della Cina comporta rischi di rialzo per la bilancia commerciale dell'Eurozona e questo, a sua volta, potrebbe portare a ulteriori rialzi del cambio EUR/USD nel tempo", conclude l'esperto.