Di Alessandro Albano
Investing.com - Non è una giornata positiva per l'Europa. Con il Nord Stream 1 che non riprenderà i flussi, l'euro/dollaro scambia ai minimi degli ultimi 20 anni aggiungendo ulteriore pressione alla Banca Centrale Europea, e affossando le Borse della regione.
Al momento, l'euro vale poco più di 0,99 dollari dopo aver rotto questo supporto storico durante gli scambi asiatici toccando i $0,9877 nella settimana in cui si riunirà il board della BCE che deciderà con quale ritmo aumentare il costo del denaro nell'Eurozona.
Guardando i mercati azionari, il DAX perde il 3,1% con Francoforte che è la più esposta alle decisioni di Gazprom, il FTSE MIB cede il 2,7%, il CAC 40 segna il -2,2% mentre il FTSE 100 britannico arretra del -1,1% nel giorno dell'insediamento del nuovo leader del Partito Conservatore.
A spingere in ribasso la moneta unica e le piazze europee, sono le prospettive di recessione sulla regione che ora deve affrontare un autunno/inverno di alta inflazione e ridotti consumi energetici, con il gasdotto Yamal-Europe che resta l'unica via tramite il quale Mosca fornirà il gas al Vecchio Continente (per altro a capacità dimezzata).
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I prezzi del ICE Dutch TTF con scadenza ottobre 2022 sono in rialzo dei circa 30% su base giornaliera. Per questo, ha dichiarato Osamu Takashima, chief currency strategist di Citigroup (NYSE:C) (NYSE:C), "non possiamo avere fiducia nelle prospettive del gas naturale in Europa e questo è negativo per l'euro. La regione, e la moneta, sono fortemente dipendenti da Putin".
Secondo Antonio Tognoli, responsabile macro analisi di Corporate Family Office Sim, "gli operatori cercheranno di capire il grado di preoccupazione della BCE per la dinamica inflattiva, all’interno di un quadro complessivo in cui gli indicatori anticipatori segnalano un deciso rallentamento della crescita economica nei prossimi mesi".
"Difficile scelta quella della BCE - spiega Tognoli - sempre più stretta tra il rigore a tutti i costi invocato dalla Germania che sperimenta l’inflazione più alta degli ultimi 70 anni, e manovre meno rigoriste al fine di smorzare quanto più possibile una recessione che si annuncia lunga e profonda".
Per l'esperto, "è difficile prevedere un rialzo dei mercati nei prossimi mesi 6-9 mesi", visto soprattutto il livello di negatività tornato a livelli molto alti, ma "non escludiamo qualche fiammata anche consistente di recupero, magari a seguito di buoni dati sull’inflazione".
"Fra un anno è probabile che avremo la recessione alle spalle", aggiunge Tognoli.