MILANO (Reuters) - La prima reazione di Piazza Affari all'esito degli esami delle Bce pubblicati ieri riflette uno scenario del settore italiano contrastato.
Da un lato, soprattutto grazie alle ricapitalizzazioni effettute nei primi nove mesi del 2014, il sistema è riuscito nel suo complesso a superare i test. Dall'altro, le pesanti bocciature di Mps e Carige, che hanno evidenziato carenze di capitale anche superiori alle attese, mettono sotto pressione tutto il comparto italiano che in generale esce indebolito in un confronto europeo.
Alle 11,50 circa l'indice FTSE All Share del settore bancario italiano perde il 3,7% a fronte di un calo dell'1,7% dello Stoxx relativo al comparto bancario della zona euro.
Il paniere italiano risente dei forti ribassi di Mps e Carige in calo rispettivamente del 20% e del 12%.
Male anche gli altri titoli, il cui andamento in borsa non riflette le valutazioni relativamente positive emerse dai test Bce.
Pop Milano perde il 4,4%, Ubi il 4,7%, Pop Emilia -2,8%, Mediobanca -3,1%, UniCredit CRDI.MI> -2,1%, Intesa Sanpaolo -2,4%, Banco Popolare -1,2%, Credem -1,6%.
Il comprehensive assessment della Bce ha visto nove banche italiane, su 15, bocciate secondo la fotografia a fine 2013. Soltanto quattro risultavano bocciate a fine settembre 2014 dopo gli interventi di rafforzamento del capitale (Mps, Carige, Pop Vicenza e Pop Milano).
Dopo le ulteriori misure patrimoniali dettagliate da Bankitalia soltanto Mps e Carige risultavano con una carenza di capitale con uno deficit del settore bancario italiano pari a 2,9 miliardi di euro.
BENE AQR, STRESS TEST SERVERI
Gli analisti mettono in evidenza come il risultato del comprehensive assessment sia stato positivo per la parte relativa all'Aqr e che le banche italiane siano state penalizzate maggiormente per gli stress test più severi delle attese.
"Le banche italiane escono dall'Aqr meglio di quanto pensassimo poichè l'aggiustamento totale di 7,5 miliardi (71 bps di CET1) è inferiore al previsto (12,1 mld o 113 bps)", dice Equita Sim in una nota.
"Grazie agli aumenti di capitale già realizzati nessuna banca evidenzia uno shortfall. Viceversa lo stress test è stato più severo del previsto", aggiunge il broker.
Nello scenario avverso, infatti, solo sei banche su quindici si sono collocate sopra la soglia del 5,5% di Common Equity Tier 1.
"I risultati sono migliori delle attese, in particolare per gli Aqr e la gran parte degli accantonamenti su crediti (sui campioni di prestiti analizzati) dovrebbero essere già contabilizzati nel primo semestre", commenta Kepler Cheuvrex.
"Terminata la fase di incertezza, i titoli del settore potranno beneficiare, nel breve termine, di un ritorno di interesse da parte degli investitori dopo la volatilità delle ultime settimane", dice Icbpi.
"Nel più lungo termine, le performance dei titoli restano legate alle prospettive sulla capacità di generazione di utili, che resterà modesta anche per i trimestri a venire a causa del debole scenario macro", aggiunge.
MPS LA PEGGIORE, MERCATO VUOLE PIANO, IDEE CHIARE PER CARIGE
Per Mps lo shortfall nell scenario avverso dello stress test è di 2,1 miliardi, dato che comprende anche la resitituzione degli aiuti di stato. Non tenendo conto di tale impegno il deficit diminuisce a 1,35 miliardi. Il Cda ha dato mandato agli advisor per valutare opzioni strategiche, e ha due settimane di tempo per sottopotte un piano di rafforzamento patrimoniale.
Carige ha evidenziato una carenza di 952 milioni dal solo Aqr più che compensato dal rafforzamento patrimoniale effettuato nel 2014 ma questo non basta a mettere la banca al riparo dall stress test da cui emerge un deficit di 814 milioni di euro. L'istituto ligure ha fatto sapere ieri di riuscire a coprire il gap con un aumento di capitale non inferiore a 500 milioni di euro e con cessione di asset.
Secondo gli analisti per Mps è probabile che venga varato un nuovo aumento di capitale visto che eventali cessioni di asset potranno dare solo un piccolo contributo. Uno scenario di aggregazione, anche se possibile, è invece difficile al momento. viste le dimensioni dell'istituto.
"Crediamo che la mancanza di un piano dettagliato sulle prossime strategie da attuare per ricoprire le esigenze di capitale legate agli stress test, possa alimentare la speculazione del mercato verso un possibile aumento di capitale", dice IG in una nota.
"Il deficit risulta essere troppo elevato da essere colmato solo con l'emissione di un bond Tier 1 o dalla cessione di rami di azienda, come Consum.it", aggiunge.
Per quanto riguarda invece Carige, le prospettive più definite sul piano di rientro - Mediobanca si è impegnata a pre-garantire un aumento fino a 650 milioni di euro - e il suo convolgimento nell'M&A, già a partire dal 2015 potrebbero sostenere il titolo.
SORPRESE POSITIVE PER POP MILANO, BANCO POPOLARE
Oltre alle vincitrici attese dell'esercizio, in primo luogo Intesa Sanpaolo e Credem, tra le vere sorprese dell'esame Bce gli analisti citano Pop Milano e Banco Popolare.
Pop Milano, dopo l'aumento di capitale e la rimozione degli add-on ha un'eccedenza di capitale di 713 milioni di euro con un CET1 post AQR del 10,6%, che potrebbe salire ulteriormente con i benefici dei modelli interni.
"Lo scenario avverso degli stress test conferma la solidità del business model e la qualità del portafoglio impieghi", dice Equita Sim, sottolineando che il costo del rischio è di 143 punti base, uno dei livelli più bassi del sistema.
"Pop Milano emerge quindi come uno dei vincitori di AQR/Stress test, con una valutazione post AQR che resta sostanzialmente invariata e quindi un profilo rischio/rendimento fra i più attraenti del settore", aggiunge.
Per il broker l'unico rischio è quello relativo al possibile cambiamento di ruolo in uno scenario di M&A da target a consolidatore.
Anche Banco Popolare esce rafforzata dagli esami "in virtù di un modesto impatto da Aqr - che potrà beneficiare di un'espansione dei multipli, attualmente a sconto rispetto a altre banche popolari", dice Icbpi.
Equita sottolinea che l'impatto dell'Aqr per Banco Popolare è inferiore alle attese ma sopra la media del settore e concentrato sull'adeguamento de coverage.
"Banco Popolare è fra le banche che registra il maggior aumento nel coverage in seguito all'Aqr", spiega Equita.
UBI PRIMA PER CET1, PENALIZZATA DA IPOTESI POLO AGGREGANTE
Nessuna sorpresa per Ubi, la prima in classifica sull'Aqr in termini di CET1 (11,8%) sui bilanci a fine 2013 e tra le prime banche italiane anche sugli stress test. La banca è vista dal mercato come un polo aggregante, prospettiva che però la penalizza in borsa.
Analisti positivi anche su Bper il cui impatto dell'Aqr è stato inferiore alle attese e Mediobanca. Su quest'ultima "si prospettano ulteriori opportunità di business da Capital Markets e M&A advisory", dice Icbpi.
(Andrea Mandalà)
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