Di David Wagner
Investing.com - Il 2022 ha visto l'EUR/USD toccare i 0,9535 il 28 settembre scorso, il minimo non solo dell'anno ma anche il livello più basso dal giugno 2002, più di 20 anni fa. Tra l'inizio dell'anno, quando l'euro valeva circa 1,135 dollari, e il minimo di fine ottobre, il movimento ribassista di quest'anno è stato in definitiva di oltre 1800 punti base.
Tuttavia, il quarto trimestre del 2022 ha visto finora una drammatica inversione di tendenza, con l'EUR/USD che ha segnato un massimo di 1,0737 il 15 dicembre, avanzando di oltre 1200 pip dal minimo annuale e invertendo più di due terzi del precedente declino di 9 mesi in sei settimane.
L'EUR/USD ha guadagnato il 10% nel solo mese di novembre, la sua migliore performance mensile dal luglio 2020.
L'inversione rialzista continuerà nel 2023?
Fino alla fine di settembre, la forza del dollaro, che quest'anno ha fatto un balzo in avanti di fronte al rapido rialzo dei tassi della Fed, ha pesato molto sulla coppia EUR/USD, in quanto la BCE è stata più lenta a inasprire la sua politica di fronte all'impennata dell'inflazione.
La guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica hanno inoltre colpito l'economia europea molto più di quella statunitense, dando al biglietto verde un ulteriore vantaggio.
Ma il contesto è ora diverso. Il rallentamento del programma di rialzo dei tassi della Fed e la moderazione dell'inflazione negli Stati Uniti (due concetti strettamente correlati) hanno portato gli investitori a riconsiderare la coppia.
Infatti, se nel 2022 l'EUR/USD ha sofferto per il ritardo della BCE rispetto alla Fed in termini di rialzi dei tassi, nel 2023 la situazione potrebbe ribaltarsi, con la BCE che ha recuperato il ritardo rispetto alla Fed, la quale, da parte sua, ha già chiaramente segnalato un orientamento verso un rialzo dei tassi meno aggressivo.
Differenziale dei tassi tra Fed e BCE in primo piano nel 2023
Le aspettative del mercato sul differenziale dei tassi tra Fed e BCE saranno quindi fondamentali per l'EUR/USD nel 2023. In particolare, la domanda centrale del prossimo anno sarà se la Fed o la BCE saranno le prime a ridurre nuovamente i tassi.
A questo proposito, lo strategist Forex di UniCredit (BIT:CRDI) (BIT:CRDI) Roberto Mialich ha affermato che "la Fed è destinata a tagliare i tassi nel 2024 a un ritmo più intenso rispetto alla BCE", e di conseguenza si aspetta "una riduzione del differenziale tra il tasso dei Fed funds USA e il tasso di depo della BCE, che sarà coerente con un aumento del tasso di cambio EUR-USD".
L'esperto ha aggiunto che "la forte dipendenza della forza dell'USD dall'aumento dei rendimenti statunitensi significa che il biglietto verde sarà costretto ad allentare la presa quando i rendimenti statunitensi scenderanno di nuovo, come già avvenuto in seguito agli ultimi dati sull'inflazione CPI degli Stati Uniti".
La politica monetaria rimane dipendente da inflazione e crescita
Tuttavia, la politica monetaria della Fed e della BCE continuerà a dipendere dagli sviluppi economici, in particolare dalla moderazione dell'inflazione e dall'impatto dell'aumento dei tassi sulla crescita.
Un calo dell'inflazione più rapido del previsto in Europa o negli Stati Uniti nei prossimi mesi dovrebbe ridurre le aspettative di un rialzo dei tassi per la banca centrale interessata. Al contrario, se l'azione della banca centrale non sembra sufficiente a riportare l'inflazione verso il suo obiettivo, le aspettative sui tassi potrebbero aumentare.
Allo stesso modo, una forte recessione nel 2023 sarebbe un fattore a favore di una fine dei rialzi dei tassi più rapida del previsto e di una riduzione delle aspettative sui tassi.
Anche la guerra in Ucraina è un potenziale "jolly" a doppio taglio da non trascurare. Una possibile fine del conflitto nel 2023 potrebbe essere un potente fattore rialzista per l'EUR/USD.
D'altro canto, l'impatto della guerra in Ucraina sull'economia europea potrebbe peggiorare se la Russia decidesse di interrompere del tutto le forniture di gas al continente. In tal caso, dovremmo probabilmente aspettarci di vedere gli analisti parlare di un ritorno al di sotto della parità.
Un importante segnale tecnico rialzista potrebbe sostenere l'euro
Infine, dal punto di vista grafico, notiamo che il rialzo dell'EUR/USD potrebbe essere favorito da un segnale che viene seguito con attenzione dagli operatori e che sembra imminente. Infatti, la media mobile a 50 giorni si sta rapidamente avvicinando alla media mobile a 200 giorni.
L'incrocio della media mobile a 50 giorni con quella a 200 giorni è un importante segnale tecnico rialzista noto come "golden cross". L'ultima volta che questo segnale è stato registrato, alla fine di giugno 2020, l'EUR/USD ha poi registrato un guadagno di circa 1150 pip nei 6 mesi successivi.
L'opposto di questo segnale, quando la MA a 50 giorni incrocia la MA a 200 giorni, un segnale noto come "death cross", è stato attivato alla fine di luglio 2021. Successivamente, EUR/USD è sceso di oltre 2000 pip in 14 mesi.
La rapida avanzata della MM50 verso la MM200 giorni sarà quindi da osservare con attenzione tra la fine del 2022 e all'inizio del 2023.