Investing.com - I futures del greggio invertono la rotta questo lunedì, mentre gli operatori continuano a seguire gli sviluppi delle trattative tra l’Iran e le potenze mondiali sul programma nucleare di Tehran.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a maggio ha toccato il minimo intraday di 47,66 dollari al barile, per poi attestarsi a 49,06 dollari negli scambi della mattinata statunitense, in salita di 16 centesimi, o dello 0,33%. Venerdì, i futures del greggio Nymex sono crollati di 2,56 dollari, o del 4,98%, attestandosi a 48,87 dollari al barile.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a maggio è salito di 10 centesimi, o dello 0,19%, a 56,52 dollari al barile dopo aver toccato il minimo della seduta di 55,34 dollari. Il greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra venerdì è crollato di 2,78 dollari, o del 4,7%, a 56,41 dollari al barile.
Intanto, lo spread tra il Brent ed il WTI è di 7,49 dollari al barile, contro i 7,54 dollari segnati alla chiusura di venerdì.
Il greggio è stato supportato dopo che il Ministro degli Affari Esteri Sergei Lavrov ha lasciato le trattative in corso in Svizzera tra i funzionari occidentali e l’Iran, alimentando le speculazioni che non sarà possibile il raggiungimento di un accordo sul programma nucleare di Tehran prima della scadenza di domani.
I prezzi erano crollati durante la seduta asiatica, poiché la possibilità di una accordo tra l’Iran e le potenze mondiali potrebbe comportare il ritorno del greggio iraniano sul mercato.
I traders continuano a seguire da vicino anche gli sviluppi nello Yemen dopo che la scorsa settimana l’Arabia Saudita e la coalizione dei paesi del Golfo hanno dato il via ad attacchi aerei per contrastare i ribelli Houthi, appoggiati dall’Iran, che assediano la città di Aden, a sud del paese.
Tuttavia, i timori per l’interruzione delle scorte si sono ridimensionati dal momento che lo Yemen è solo un piccolo esportatore di greggio ed i trasportatori potrebbero evitare di passare per lo Stretto di Bab el-Mandeb, che collega il Golfo di Aden con il Mar Rosso, per raggiungere le loro destinazioni.
Ogni giorno vengono trasportati circa 3,8 milioni di barili di greggio e prodotti petroliferi attraverso lo stretto.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito dello 0,5% a 98,12 questa mattina. L’indice è sceso dello 0,66% la scorsa settimana, il secondo calo settimanale consecutivo.
Il dollaro sale contro l’euro e lo yen questo lunedì, dopo che venerdì la Presidente della Federal Reserve Janet Yellen ha ribadito che la banca dovrebbe iniziare ad alzare i tassi di interesse nel corso di quest’anno.
Il Dipartimento per il Commercio USA ha dichiarato che le spese pro-capite sono aumentate dello 0,1% lo scorso mese, contro le aspettative di un aumento dello 0,2%. A gennaio le spese personali sono scese dello 0,2%.
Il report ha mostrato che i redditi personali sono aumentate dello 0,4% a febbraio, contro le previsioni di un aumento dello 0,3% e dopo un aumento dello 0,4% a gennaio.
I traders attendono il report sull’occupazione USA di febbraio previsto per venerdì ed i dati di oggi sulle spese pro-capite per avere ulteriori informazioni sul corso futuro della politica monetaria.
Se il report dovesse essere positivo, aumenteranno le speculazioni sulla tempistica di un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve, mentre se i dati dovessero essere deludenti si ridimensionerebbero le speranze di un aumento anticipato dei tassi.