Di Senad Karaahmetovic
Nonostante gli avvertimenti degli analisti, secondo cui le stime sugli utili rimangono troppo ottimistiche a causa dei rischi macro, gli indici statunitensi continuano a salire.
Cosa dicono gli analisti dei titoli statunitensi:
Vital Knowledge: “Il nostro continuo ottimismo si basa su tre convinzioni principali: 1) il ciclo del PIL/economico e quello degli EPS sono diventati insolitamente disgiunti, con quest’ultimo sostenuto da cinque venti di coda critici (taglio aggressivo dei costi, condizioni normalizzate della catena di approvvigionamento, minore pressione del cambio, scorte più pulite e migliore domanda cinese) nonostante la debolezza incrementale del primo (c’è troppa attenzione su una recessione/atterraggio brusco degli Stati Uniti e non abbastanza apprezzamento delle sfumature di questo particolare ciclo degli utili); 2) l’inflazione e la politica monetaria a livello globale si trovano in un punto di inflessione dovish; e 3) i fattori tecnici favorevoli rimangono in vigore (sentiment estremamente negativo + posizionamento lungo)”.
JPMorgan: “Dopo essere stati bullish sullo stile Value l’anno scorso, quest’anno crediamo che si debba essere UW Value, e ci aspettiamo anche che il Q1 segni il picco del rally dei beta/ciclici; abbiamo recentemente parlato di una riduzione del beta del portafoglio. Riteniamo che i titoli Growth e Difensivi saranno favoriti nel 2° semestre”.
BTIG: “Le parti deboli del mercato rimangono deboli, mentre le parti forti appaiono ora vulnerabili. Questo è tipico dei bear market e il motivo per cui le cose accadono ‘lentamente e poi tutte insieme’. Nel frattempo, la volatilità a breve termine (VIX9D) ha toccato il livello più basso da gennaio ‘22. Come abbiamo scritto la scorsa settimana, a meno che non si tratti di un cambio di regime, questo dovrebbe essere un vento contrario per le azioni”.
Roth MKM: “L’S&P 500 sta diventando tatticamente overbought mentre si avvicina a 4.200. Vediamo segni di divergenze interne di ampiezza che iniziano a svilupparsi sui grafici. Attendiamo le notizie dalle società che presenteranno le trimestrali per verificare come stanno andando in vista di una recessione ampiamente prevista. Il dollaro più debole sta diventando un catalizzatore”.
Morgan Stanley (NYSE:MS): “Agli investitori che hanno esultato per i dati sull’inflazione più deboli del previsto la scorsa settimana, diciamo di stare attenti a ciò che desiderate. Il calo dell’inflazione della scorsa settimana, soprattutto per i prodotti, è un segnale di calo della domanda e l’inflazione è l’unico elemento che frena la crescita dei ricavi per molte aziende. La graduale erosione dei margini finora è stata soprattutto una funzione delle strutture di costo gonfiate. Se/quando i ricavi inizieranno a deludere, il degrado dei margini potrà essere molto più repentino, ed è allora che il mercato potrà trovarsi improvvisamente di fronte al calo degli utili che stiamo prevedendo”.
Articolo originale di Street Insider