MILANO (Reuters) - I fondi aperti fanno la parte del leone a settembre, incamerando 5,2 miliardi sui 5,8 miliardi raccolti dal sistema nel suo complesso, leggemente meno rispetto ai 6,2 miliardi di agosto.
Il bilancio di settembre porta a 43,7 miliardi gli afflussi complessivi dei primi nove mesi del 2016.
Secondo i dati preliminari diffusi stamani da Assogestioni a trainare le sottoscrizioni sono stati - anche il mese scorso - i fondi flessibili con 2,3 miliardi (da 1,47 miliardi di agosto) e gli obbligazionari (2,2 miliardi da 2,4 miliardi). Continuano ad attirare flussi anche i bilanciati (522 da 360 milioni) mentre l'avversione al rischio si è tradotta in un'accelerazione dei riscatti sugli azionari (a -678 milioni da -76 milioni con circa 1,76 miliardi persi da inizio anno). Confermato anche a settembre l'appeal dei prodotti domiciliati all'estero, che continuano a raccogliere di più (4,5 miliardi) di quelli domestici (690 milioni).
Mese senza raccolta per Poste Italiane (MI:PST) che, con le sue masse, rappresenta poco più del 4% del patrimonio totale dell'industria.
Afflussi da oltre un miliardo per il gruppo Generali (MI:GASI) (1,233 miliardi) e per Pioneer Investments (1,100 miliardi circa); sottoscrizioni sostenute per il gruppo Ubi Banca (MI:UBI) che, con 855 milioni circa, fa anche meglio del big Intesa Sanpaolo (MI:ISP) (600 milioni circa). In evidenza JP Morgan Asset Management con poco più di 500 milioni di sottoscrizioni.
Più contenuto a settembre il contributo delle gestioni di portafoglio, con una raccolta che rallenta a 580 milioni circa da 2,42 miliardi di agosto. Queste ultime continuano tuttavia a rappresentare poco più della metà (52%) del patrimonio dell'industria, che aggiorna i massimi storici salendo a 1.914 miliardi di euro.