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Prezzo del greggio giù malgrado le tensioni elevate in Medio Oriente

Pubblicato 05.07.2019, 07:08
Aggiornato 05.07.2019, 07:16
© Reuters.
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Investing.com - Il prezzo del greggio scende negli scambi asiatici di questo venerdì, nonostante l’aumento delle tensioni in Medio Oriente per via del sequestro di una petroliera iraniana da parte della marina britannica.

I future del greggio WTI scendono dell’1% a 56,77 dollari al barile alle 1:15 ET (05:15 GMT). I future del Brent, il riferimento internazionale, vanno giù dello 0,03% a 63,29 dollari.

In base alle notizie, i British Royal Marines avrebbero aiutato le autorità di Gibilterra a sequestrare la nave sulla base delle prove secondo cui sarebbe stata diretta in Siria, violando le sanzioni UE. La notizia ha acceso le tensioni in Medio Oriente e potrebbe esserci un’interruzione delle forniture.

Dopo l’evento, il Ministro degli Esteri iraniano ha convocato l’ambasciatore britannico per esprimere la “sua profonda obiezione all’illegale ed inaccettabile sequestro” della nave.

“È la prima volta che l’UE fa qualcosa di tanto pubblico ed aggressivo. Immagino sia stato coordinato in qualche modo con gli USA, dato che sono state coinvolte le forze del membro della NATO”, afferma Matthew Oresman, socio dello studio legale Pillsbury Winthrop Shaw Pittman, in un report della CNBC.

“Si tratta probabilmente di un modo per indicare a Siria ed Iran, così come agli Stati Uniti, che l’Europa prende sul serio l’applicazione delle sanzioni e che l’UE può rispondere anche alla strategia del rischio calcolato dell’Iran per quanto riguarda le negoziazioni sul nucleare in corso”.

Il consigliere per la Sicurezza Nazionale USA John Bolton ha affermato che la mossa britannica è stata “un’ottima notizia”.

“L’America e gli alleati continueranno ad impedire ai regimi di Teheran e Damasco di trarre profitto da questi commerci illeciti”, ha scritto Bolton su Twitter.

Nonostante la notizia, i prezzi del greggio sono scesi oggi nei timori per la crescita economica e l’indebolimento della domanda, secondo gli analisti.

“La crescita globale rimane il principale fattore a limitare i prezzi”, spiega Alfonso Esparza, analista senior di OANDA. “L’accordo OPEC+ impedirà ai prezzi di scendere troppo, ma deve essere messa fine al protezionismo commerciale per garantire che la domanda di prodotti energetici si riprenda”.

All’inizio della settimana, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ed i suoi alleati, noti collettivamente come OPEC+, hanno deciso di estendere i tagli alla produzione fino al marzo 2020.

La Energy Information Administration mercoledì ha reso noto che le scorte di greggio sono scese di 1,1 milioni di barili nella settimana terminata il 2 giugno, meno dei 2,96 milioni previsti.

I dati seguono il report dell’American Petroleum Institute di martedì, in base al quale le scorte sono scese di 5 milioni di barili la scorsa settimana.

Ciò suggerisce che la domanda petrolifera negli Stati Uniti, il principale consumatore di greggio al mondo, potrebbe rallentare tra i segnali di un’economia in indebolimento.

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