Sul rallentamento economico della Germania pesa anche una riunificazione che dopo 30 anni fa marcia indietro, con i giovani che continuano a migrare a Ovest: gli investitori dovranno tener d’occhio la politica
Se gli estremi di destra e sinistra si fossero presentati agli elettori insieme avrebbero vinto le elezioni in Sassonia e Brandeburgo, i due lander della Germania Est che sono andati a votare lo scorso weekend. Die Linke, i nostalgici del comunismo della vecchia Ddr e Afd, i nazionalisti di estrema destra, mettono insieme circa il 35% dell’elettorato nei due stati, più del 32% della Cdu di Angela Merkel e del 26% della Spd, che a Berlino governano insieme nella Grande Coalizione. I due partiti sono agli estremi dello schieramento, ma si rubano i voti l’uno dall’altro. Hanno in comune la voglia di un cambiamento radicale dei rispettivi elettorati, che vogliono voltare radicalmente pagina, anche se non si capisce in quale direzione. E’ una delle tante contraddizioni della vecchia Germania Est che a quasi trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, che sarà festeggiata a novembre non si sa con quanto entusiasmo, sembra aver iniziato un processo di distacco dall’Ovest, nonostante le ingenti somme che il governo federale continua a investire nell’integrazione.
MANCANO ANCORA ALL’APPELLO I CONSUMI INTERNI E GLI INVESTIMENTI
Trent’anni fa I giovani tedeschi dell’Est cercavano di fuggire nel ricco Ovest in cerca di libertà e benessere. Trent’anni dopo si contano ben 3,5 milioni di tedeschi dell’Est, soprattutto giovani, che hanno continuato a migrare a Ovest, con le stesse motivazioni. Eppure un secolo e mezzo fa era stata proprio la Prussia, più o meno l’equivalente della Germania Est post bellica, il motore dell’unificazione tedesca. La Germania moderna sembra continuare ad abitare solo a Ovest, mentre i tedeschi dell’Est o se ne vanno, oppure se restano in molti vanno a votare per gli ex comunisti o l’estrema destra nazionalista. Nessuno dei due somiglia ai movimenti sovranisti emersi negli ultimi anni negli altri Paesi europei, dalla Gran Bretagna all’Italia, dalla Spagna alla Francia. Quello che ci si chiede è quanto questa Germania che non riesce a unificarsi abbia a che fare con la frenata dell’economia. Alla storia di successo della macchina produttiva tedesca che negli ultimi vent’anni ha aggredito con successo i mercati globali mancano all’appello due protagonisti di tutte le espansioni economiche: i consumi interni e gli investimenti...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge