FRANCOFORTE (Reuters) - Uno scenario pessimistico in cui la Banca centrale europea non arrivi a centrare il proprio obiettivo di preservare la stabilità dei prezzi è oggi maggiore rispetto a sei mesi fa.
Lo dice in un'intervista a 'Handelsblatt' in edicola oggi Mario Draghi, che smentisce alcuna aspirazione politica e alla domanda su un eventuale subentro a Giorgio Napolitano - ipotesi su cui si è diverse volte soffermata la stampa - si limita a ricordare che il suo mandato Bce non scade prima del 2019.
"Non voglio fare il politico" risponde il presidente Bce quando il cronista lo sollecita sul fronte interno italiano.
"Il mio mandato di presidente Bce prosegue fino al 2019" aggiunge.
Nel discorso di fine anno della sera del 31 dicembre Napolitano, 89 anni, ha formalizzato l'intenzione di lasciare in tempi brevi per motivi di età, condizione che egli stesso aveva posto per accettare un secondo mandato.
Per tornare alla zona euro nel suo complesso, ribadendo che Francoforte è pronta a intervenire all'inizio dell'anno nuovo in caso si riveli necessario, Draghi torna intanto a richiamare i politici all'urgenza nel varo delle necessarie riforme strutturali, alleggerendo il carico fiscale e i costi della pubblica amministrazione in modo da sostenere il recupero di un'economia "fragile e disomogenea".
Per la zona euro, aggiunge il numero uno Bce, il rischio deflazione è limitato, Francoforte si troverà tuttavia costretta a intervenire qualora l'inflazione rimanesse troppo moderata per un periodo troppo lungo, con un impatto sulle aspettative sui prezzi che si riflette in un ulteriore posticipo delle spese da parte dei consumatori.
"Il rischio che non rispettiamo il nostro mandato sulla stabilità dei prezzi è superiore oggi rispetto a sei mesi fa" spiega.
"Stiamo attraversando una fase tecnica di preparazione in modo da calibrare l'importo, la tempistica e la composizione delle nostre misure di inizio anno in caso si dovesse far fronte a un periodo prolungato di bassa inflazione. Su questo c'è l'unanimità del consiglio".
Tra gli strumenti che la banca centrale potrebbe utilizzare c'è la sottoscrizione di titoli di Stato ma va evitato il finanziamanto diretto ai paesi della zona euro, espressamente vietato dal trattato.
Se quello di un indebolimento delle prospettive di inflazione è un rischio reale, dalle ricadute su salari e investimenti dunque sulla crescita, Draghi nega qualsiasi ipotesi di scioglimento della zona euro.
"Non succederà, è per questo che non esiste alcun 'piano B'".