Investing.com - I futures dell’oro scendono questo lunedì mentre i riflettori sono puntati sull’attesissimo esito del vertice finale del 2015 della Federal Reserve previsto per mercoledì, tra le aspettative che la banca alzi i tassi di 25 punti base per la prima volta dal giugno del 2006.
La Fed dovrebbe alzare i tassi di interesse per la prima volta in quasi un decennio a conclusione dei due giorni di vertice di politica monetaria prevista alle 14:00 ET di mercoledì. La banca centrale rilascerà inoltre le ultime previsioni sulla crescita economica e sui tassi di interesse.
La Presidente della Fed Janet Yellen terrà l’attesissima conferenza stampa 30 minuti dopo la pubblicazione della dichiarazione, conferenza che sarà seguita con particolare attenzione dai traders alla ricerca di indicazioni sull’andamento futuro dei tassi. Molti investitori ritengono che l’aumento dei tassi avverrà in modo graduale nei timori per la debole crescita economica oltreoceano e per la differenza tra la politica monetaria attuata dagli USA e quella scelta dalle altre nazioni.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre scende di 3,60 dollari, o dello 0,33%, a 1.072,10 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata statunitense. Venerdì l’oro è crollato a 1.061,70 dollari, il minimo dal 4 dicembre.
Il metallo giallo si avvia a chiudere il 2015 con un crollo annuo del 9%, il terzo calo annuale consecutivo, tra le speculazioni sulla tempistica di un aumento dei tassi da parte della Fed che sono state al centro dell’attenzione dei mercati per la maggior parte dell’anno. Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse sono ribassiste per l’oro, dal momento che il metallo prezioso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento in concomitanza all’aumento dei tassi.
Intanto, i futures dell’argento con consegna a marzo scendono di 9,9 centesimi, o dello 0,71%, a 13,78 dollari l’oncia troy. Il prezzo è precedentemente crollato a 13,63 dollari, il minimo dall’agosto del 2009.
Intanto, il rame crolla dal massimo di due settimane per via del dollaro forte che ha ridotto l’appeal del metallo rosso, ma le perdite sono rimaste limitate grazie alla pubblicazione dei dati economici cinesi migliori del previsto nel corso del weekend.
L’Ufficio Nazionale di Statistica sabato ha reso noto che la produzione industriale è salita al tasso annuo del 6,2% a novembre, l’aumento più veloce degli ultimi cinque mesi.
La nazione asiatica, con il 45% della richiesta globale di rame, è considerata il principale consumatore mondiale del metallo rosso.