MILANO (Reuters) - Terna (MI:TRN) investirà 3,3 miliardi di euro nei prossimi quattro anni per lo sviluppo della rete elettrica italiana e l'integrazione della rete acquisita da FS, di cui 2,6 miliardi in Rab con impatto mitigato sulla tariffa elettrica e sull'indebitamento del gruppo grazie anche all'apporto di capitali privati e finanziamenti Ue.
All'estero punta sull'America Latina dove ci sono paesi con attività regolata sufficiente e non ha preclusioni a lavorare su progetti al di fuori dell'Europa anche con il socio cinese State Grid. In Italia, invece, anche nel 2016 i consumi di energia sono visti piatti: "Si va verso una forchetta base di un +0,3% a uno scenario più ottimista di +1,2%", ha spiegato l'AD, Matteo Del Fante.
Quanto alla politica dei dividendi, è prevista una crescita annua del 3%, già a partire dal 2015 e per i prossimi quattro anni per arrivare a 22,5 centesimi per azione nel 2019, con un pay out al di sotto del 75%.
Questi i punti principali del piano strategico pluriennale presentato oggi alla comunità finanziaria a Milano dai vertici della società proprietaria della gran parte degli elettrodotti italiani.
Il valore degli asset regolati (Rab) sale a 14,7 miliardi di nel 2019, con un tasso di crescita medio annuo del 4,6%.
La società punta anche a promuovere nuovi business nell'ambito delle attività non regolate e lo sviluppo dei servizi per terzi, dei progetti Interconnector e identificazione di nuove opportunità di investimento in Italia e all'estero con un contributo alla crescita dell'Ebitda per circa 200 milioni nell'arco piano.
Il free cash flow cumulato è visto a circa 2 miliardi nell'arco piano. Il rapporto tra indebitamento netto e Rab si manterrà inferiore al 60% in tutti gli anni di piano e ci sarà una graduale riduzione dell'indebitamento netto a partire dal 2018-2019.
"Abbiamo guardato a progetti fuori dall'Europa insieme ai cinesi. Non c'è alcuna preclusione a lavorare insieme a loro. Sono molto grandi e capaci e dobbiamo trovare la giusta conbinazione. Ci potrebbe essere la possibilità", ha sottolineato Del Fante. State Grid of China detiene il 35% di Cdp Reti che sa suo volta controlla il 29,8% di Terna.
Nessuno interesse, invece, a entrare nell'operatore greco Admie dopo la decisione del governo di cedere solo il 20% del capitale del gestore delle rete elettrica. "Essere un investitore di minoranza con una governance robusta, anche a tempo potrebbe essere un qualcosa che con altri investitori potremmo guardare, ma non credo che con il 20% i greci potrebbero dare questa possibilità", ha aggiunto l'AD.
(Giancarlo Navach)