Investing.com - I futures del greggio West Texas Intermediate continuano a salire questo lunedì, nella speculazione legata al calo delle trivellazioni negli USA, al quale consegue un calo della produzione.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a maggio è salito di 1,56 dollari o del 3,17%, a 50,70 dollari al barile.
L’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI) ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti si è attestato a 802 unità la scorsa settimana, in calo di 11 unità, segnando il 17esimo calo settimanale consecutivo.
I traders hanno seguito da vicino la riduzione degli impianti di trivellazione negli ultimi mesi per cercare di capire se possa contribuire a ridurre l’eccesso di greggio sul mercato.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a maggio ha visto un impennata di 1,47 dollari, o del 2,67%, a 56,42 dollari, mentre gli investitori valutano l’impatto dell’accordo nucleare sulle scorte globali di greggio.
Intanto, lo spread tra il Brent ed il WTI è di 5,72dollari al barile, contro i 5,81 dollari segnati alla chiusura di giovedì.
Venerdì non sono stati effettuati scambi per via della chiusura dei mercati per le festività di Pasqua.
I prezzi del greggio hanno subito un calo del 5% questo giovedì dopo che le potenze occidentali hanno definito un accordo con Tehran,che potrebbe avere come conseguenza un aumento delle già numerose scorte mondiali.
Tuttavia, i prezzi hanno riguadagnato terreno per via delle aspettative che le tempistiche per un aumento delle esportazioni di greggio iraniane saranno piuttosto lunghe.
Il dollaro si è indebolito contro le valute rivali questo lunedì, dopo i dati che hanno mostrato un indebolimento dell’economia USA nel primo trimestre, dati che hanno spinto gli investitori a credere che la Fed non aumenterà i tassi prima della fine del 2015.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in calo dello 0,3% a 96,55.
L’Institute of Supply Management ha dichiarato che negli USA l’indice PMI sull’attività del settore non manifatturiero è sceso a 56m5 lo scorso mese, in linea con le aspettative ed in calo dalla lettura di 56,9 di febbraio.
I dati del Dipartimento per il Lavoro USA rilasciati venerdì hanno mostrato che l’economia USA ha creato 126.000 nuovi posti di lavoro a marzo, segnando l’aumento minore dal dicembre 2013. Gli economisti avevano previsto un aumento di 245.000 nuovi posti di lavoro.
Il report inaspettatamente deludente ha incrementato i timori sulla crescita dell’economia USA, dopo i recenti dati che hanno mostrato all’inizio dell’anno un certo rallentamento.