MILANO (Reuters) - Il livello stabile dei depositi dei clienti, insieme al basso fabbisogno di emissioni, rendono le banche italiane meno soggette alla recente volatilità dei mercati che potrebbe mettere sotto pressione la loro capacità di raccolta.
E' quanto emerge dal report periodico sullo stato di salute delle banche italiane di Scope Ratings, secondo cui gli istituti italiani si dimostrano solidi in termini di raccolta e liquidità, malgrado il difficile contesto.
Secondo l'analisi dell'agenzia di rating su un campione di otto banche ( Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), UniCredit (BIT:CRDI), Banco Bpm (BIT:BAMI), Mps (BIT:BMPS), Bper (BIT:EMII), Mediobanca (BIT:MDBI), Credem, Pop Sondrio), i 'depositi stabili retail', definiti come quelli garantiti e basati su rapporti consolidati con i clienti, rappresentano quasi il 45% dei depositi totali.
Solo a titolo di confronto, Credit Suisse, al centro di un recente corsa ai depositi che ha messo in ginocchio l'istituto elvetico, aveva una percentuale di depositi stabili quasi vicina a zero a fine 2022, ricorda Scope Rating.
A gennaio 2023, a livello nazionale, i depositi ammontano a 2.370 miliardi di euro, vicino ai massimi storici di 2.420 miliardi di aprile dello scorso anno.
Il repricing per la remunerazione dei depositi è stato finora basso a fronte dell'aumento dei tassi da parte della Bce, anche se il beta dei depositi che, a gennaio si è attestato al 6%, uno dei livelli più bassi in Europa, dovrebbe attestarsi tra il 20% e il 40% nel 2023, secondo le proiezioni prudenti delle banche.
Per Scope Rating la stabilità dei depositi e la gestione conservativa del rischio di tasso di interesse, insieme alla scarsa dipendenza dal funding all'ingrosso sono gli elementi che pongono le banche italiane al riparo dalle recenti turbolenze bancarie.
"La recente volatilità dei mercati potrebbe ostacolare l'accesso delle banche italiane al mercato all'ingrosso, ma il fabbisogno di emissioni è basso poiché le banche hanno anticipato parte dei loro piani di finanziamento annuali negli ultimi due trimestri, limitando la loro esposizione alle turbolenze del mercato", spiega l'analista Alessandro Boratti, sottolineando che i due terzi della raccolta delle banche italiane derivano dai depositi dei clienti.
(Andrea Mandalà, editing Claudia Cristoferi)