di Francesco Canepa
FRANCOFORTE (Reuters) - Mario Draghi lascia la guida della Bce a fine ottobre, e la sua uscita di scena offre potenzialmente agli oppositori della linea ultra-espansiva sempre promossa dal presidente la chance di ricalibrare l'orientamento dell'istituto centrale, a partire dalle discussioni ai vertici.
Nonostante l'opposizione di oltre un terzo dei consiglieri, Draghi ha ottenuto in settembre il via libera del board alla ripresa del programma di acquisto di bond, riavviando un'operazione del valore di 2.600 miliardi di euro chiusa a fine dicembre.
La fine del mandato di Draghi, in data 31 ottobre, fa sperare alla crescente coalizione di scettici -- che include Germania, Francia e Olanda -- di spostare l'ago della bilancia che guida il mandato Bce, in vista dell'arrivo del nuovo presidente Christine Lagarde.
L'ex numero uno del Fondo monetario internazionale si troverà a lavorare con un consiglio esecutivo a sei quasi interamente rinnovato.
I principali sostenitori del primo pacchetto di stimolo varato da Draghi non sono infatti più in carica o stanno per erminare il mandato.
"La dinamica sarà molto diversa e la Bce diventerà un'istituzione molto meno prevedibile e comprensibile" commenta David Owen di Jefferies.
Il primo vero test si presenta l'anno prossimo, quando la Bce sarà prossima ad aver sottoscritto oltre un terzo del debito pubblico tedesco -- limite oltre cui le attuali regole del Qe non consentono di salire.
Per buona parte del mandato presidenziale, Draghi ha potuto fare affidamento sul proprio vice, Vitor Constancio, e sull'economista capo, Peter Praet, entrambi sulle sue posizioni e portavoce del messaggio ultra-accomodante. La maggioranza del direttivo ha seguito le indicazioni dell'autorevole trio di economisti a capo dell'istituzione.
A partire da novembre, tuttavia, l'irlandese Philip Lane sarà l'unico consigliere di formazione economista che ha sostenuto il programma d'acquisto Qe nella riunione di settembre.
Lagarde, politica di formazione come il suo vice Luis de Guindos, ha finora scelto un tono equilibrato, affermando che la politica monetaria espansiva era necessaria ma gli effetti collaterali richiedono particolare attenzione.
Dà in questo modo spazio agli oppositori del Qe, specie se Berlino dovesse scegliere un economista di fama per sostituire Sabine Lautenschlaeger, responsabile alla sorveglianza bancaria che ha inaspettatamente rassegnato le dimissioni settimana scorsa.
Quali possibili successori della Lautenschaeger si sono fatti tra gli altri i nomi della professoressa di economia Isabel Schnabel, del vicepresidente Bundesbank Claudia Buch e dell'ex economista Bce Marcel Fratzscher.
"In questa fase, la Germania ha bisogno di una figura in grado di discutere di politica monetaria con una certa autorità", ha detto Alessandro Merli, giornalista economico e associate fellow della Johns Hopkins University. "Lautenschlaeger non era molto utile nel ruolo di consigliere esecutivo Bce."
La discussione tra i ministri finanziari della zona euro in merito alla successione di Lautenschaeger si apre la prossima settimana nell'intento di chiudere entro gennaio. Il poco tempo a disposizione suggerisce che Berlino potrebbe già avere in mente qualcuno.
Determinante sarà la ridistribuzione dei portfafogli tra i consiglieri Bce, in particolar modo quelli gestiti da Benoit Coeure come capo delle operazioni di mercato e rappresentante nelle sedi finanziarie internazionali.
L'unico candidato per sostituire Coeure dal primo gennaio è al momento Fabio Panetta, che raramente ha espresso una posizione precisa sulla politica monetaria e ha rappresentato l'Italia nel ramo di supervisione bancaria della Bce.
I consiglieri Bce dovrebbero avere naturalmente a cuore l'interesse dell'intera zona euro, ma sono anche espressioni dei governi nazionali e le loro opinioni sono a volte influenzate dagli interessi nazionali.
"Si prevede che Panetta adotti l'atteggiamento accomodante di stampo italiano, sostenendo di conseguenza un programma di acquisto di asset di durata indefinita, finché l'inflazione di base è vista al di sotto dell'obiettivo", scrivono in una nota ai clienti gli economisti Daiwa.
Berlino potrebbe però richiedere la gestione dei portfolio di Coeure, e Lagarde suddividere o unire le responsabilità tra i membri del consiglio, come riterrà opportuno fare.