Nonostante l'aumento dei tassi di interesse, l'attività economica non è rallentata come molti avevano previsto. Evercore ISI, nel suo briefing di ricerca, ha analizzato l'influenza della politica monetaria della Federal Reserve sui tassi di interesse. Gli analisti hanno osservato che, rispetto al periodo precedente alla pandemia di Covid-19, questa politica sta probabilmente ancora promuovendo la crescita economica.
Gli analisti hanno dichiarato: "La politica monetaria ha aumentato il tasso di interesse di equilibrio a breve termine r*".
Tuttavia, si prevede che la spinta della politica monetaria diminuisca nei prossimi 12-18 mesi, il che dovrebbe ridurre il r* a breve termine.
La valutazione di Evercore ha utilizzato un indicatore dell'effetto della politica monetaria sviluppato dall'Hutchins Center on Fiscal and Monetary Policy. Con questo strumento, hanno concluso che la politica monetaria sta attualmente migliorando l'economia di un importo pari allo 0,7% del PIL rispetto all'anno 2019. Questo calcolo tiene conto dell'influenza sulla spesa delle famiglie e delle imprese.
"Per neutralizzare completamente questo stimolo economico, la Federal Reserve dovrebbe ottenere tassi di interesse a lungo termine - ad esempio, il rendimento dei titoli decennali del Tesoro - superiori di circa 25 punti base rispetto a quelli del 2019", hanno osservato gli analisti.
Ciò comporterebbe la fissazione di un tasso sui Federal Funds di circa 70 punti base superiore a quello che sarebbe altrimenti.
Un altro metodo utilizzato da Evercore per valutare l'impatto della politica monetaria è l'analisi basata sul modello del "controllo ottimale". Secondo questo metodo, per contrastare l'attuale stimolo economico, il tasso sui Federal Funds dovrebbe essere superiore di circa 125 punti base rispetto a quello che sarebbe senza alcuno stimolo economico.
Questo aiuta a capire perché l'attuale politica non sembra molto limitante, hanno osservato gli analisti.
Entrambi i metodi indicano anche quando gli effetti dello stimolo economico saranno probabilmente bilanciati. In base alla metrica dell'Hutchins Center, il tasso sui Federal Funds necessario per controbilanciare lo stimolo economico diminuirebbe di 70 punti base entro la fine del 2025 (iniziando a scendere a metà del 2024).
Secondo l'approccio di controllo ottimale, l'aumento necessario del tasso sui Federal Funds diminuirebbe di 100 punti base entro la fine del 2025.
"Ciò indica che potrebbero essere necessari tagli tra i 70 e i 100 punti base entro la fine del prossimo anno per bilanciare la diminuzione del sostegno monetario e il conseguente calo del r* a breve termine, oltre ad altri fattori che influenzeranno la traiettoria del tasso", hanno aggiunto gli analisti.
Biden contro Trump
L'analisi ha esaminato anche i potenziali effetti delle elezioni statunitensi sulla politica monetaria. In particolare, la legislazione fiscale del primo mandato di Trump scadrà alla fine del 2025.
Se venisse rieletto, il Tax Cuts and Jobs Act verrebbe probabilmente prorogato; d'altro canto, Biden probabilmente ne revocherebbe alcune parti.
Secondo le previsioni, la politica di Biden si tradurrà in un tasso sui Federal Funds inferiore di 25 punti base rispetto a quello che si otterrebbe se il Tax Cuts and Jobs Act fosse prorogato sotto Trump.
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