ROMA (Reuters) - La Lega ha presentato in Parlamento un progetto di legge che consentirebbe alle società quotate di emettere azioni a voto plurimo, dice a Reuters il deputato del partito Giulio Centemero.
L'intervento mira ad arginare la tendenza delle società quotate a trasferirsi all'estero e incentiva le quotazioni alleviando il timore degli azionisti di perdere la presa sulle società.
Il Tesoro sta lavorando a un disegno di legge da presentare entro aprile per rilanciare il mercato dei capitali del Paese e rafforzare il ruolo di Piazza Affari.
L'anno scorso 15 società hanno lasciato Euronext (EPA:ENX) Milano, tra cui la holding della famiglia Agnelli Exor (BIT:EXOR), con solo sei nuovi entranti.
Alcune di quelle che hanno lasciato Milano si sono quotate ad Amsterdam, la cui normativa aiuta gli azionisti di controllo a mantenere il controllo della società.
"Consentire una struttura simile a quella olandese in Italia potrebbe contribuire a rendere la Borsa di Milano più attraente", ha detto Centemero.
Il Tesoro ha studiato una proposta per estendere i diritti di voto differenziati nel Libro Verde sulla competitività dei mercati finanziari italiani, pubblicato un anno fa, ma il processo di riforma ha subito un brusco stop con le elezioni di settembre, che hanno portato all'insediamento di Giorgia Meloni a capo del governo.
Considerate uno strumento per promuovere gli investimenti, le azioni a voto plurimo non raccolgono un consenso unanime, in quanto gli investitori istituzionali continuano a sostenere il principio "un'azione, un voto" per garantire un trattamento equo a tutti gli azionisti.
Se dovesse essere approvata, la proposta di Centemero consentirebbe agli statuti delle società quotate di includere una disposizione per la creazione di azioni a voto plurimo, senza limiti complessivi.
Le norme attuali vietano alle società quotate di emettere azioni a voto plurimo, tranne che nella forma delle cosiddette "loyalty shares",che conferiscono due diritti di voto agli azionisti di lunga data (almeno 24 mesi).
Le società non quotate sono invece autorizzate a emettere azioni speciali che danno agli investitori esistenti il diritto di esprimere fino a tre voti per ogni azione.
(Giuseppe Fonte, tradotto da Chiara Bontacchio, editing Andrea Mandalà)