MILANO, 9 giugno (Reuters) - - Seduta in netto ribasso a Piazza Affari, che storna dopo i recenti rialzi, con l'indice Ftse Mib nuovamente sotto quota 20.000 punti. In calo anche le altre borse europee,.
A scatenare l'ondata di vendite la raccomandazione del Comitato europeo per il rischio sistemico (Cers) sullo stop alla distribuzione di dividendi fino alla fine di quest'anno. "Nessuno pensa di comprare le banche puntando sui dividendi quest'anno. Diciamo che è l'occasione per chiare prese di profitto", osserva un trader.
Peraltro, i livelli raggiunti dagli indici azionari suggeriscono una pausa di riflessione e una rotazione settoriale in una fase in cui le economie sono ancora in profonda recessione a seguito della pandemia del coronavirus.
Lo spread del rendimento fra titoli di Stato decennali italiani e tedeschi si muove intorno ai 176 punti base, mentre sul fronte delle materie prime, il Brent è in calo a 40 dollari al barile.
Stop al rally dei bancari penalizzati dai realizzi a seguito della raccomandazione del Cers sui dividenti.
Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Ubi Banca (MI:UBI) tra i ribassi più pesanti, in calo del 4% circa, dopo che un quotidiano scrive che l'Ops lanciata da Intesa su Ubi non è allo stato autorizzabile dall'Antitrust che pone in discussione soprattutto la vendita a Bper Banca (MI:EMII) (-1,8%) di 400-500 filiali per prevenire l'insorgere di posizioni dominanti. Il Messaggero riporta stralci della relazione che sarebbe stata inviata ieri a tutte le parti coinvolte nell'operazione.
In profondo rosso anche Unicredit (MI:CRDI) e Mediobanca (MI:MDBI), in calo rispettivamente del 4,5% e del 4,2%. Lo stoxx europeo arretra del 2,8%. Il broker Banca Imi rileva che "nelle nostre stime assumiamo già nessun dividendo per il 2020 e il ritorno al pagamento della cedola nel 2021, mentre una potenziale estensione della sospensione al 2021 avrebbe un impatto negativo sulle nostre stime". Male anche il risparmio gestito con Banca Mediolanum (MI:BMED) in flessione del 5,3%.
Travolta dalle vendite Banca Profilo, sospesa per eccesso di ribasso (-6,5%) che cede dopo il forte rialzo delle ultime sedute.
Pesante anche Fca (MI:FCHA), in calo del 4,4% dopo i timori emersi ieri sul fronte Antitrust Ue in merito alla fusione con Psa.
Al contrario Cnh Industrial (MI:CNHI) si muove piatta, rallentando dai massimi, sulla scia, secondo un trader, del balzo ieri al Nasdaq di Nikola Corporation di cui la controllata Iveco possiede una quota del 7,1% circa.
Diasorin (MI:DIAS) rallenta dai massimi con un rialzo dello 0,75% dopo il calo di ieri a seguito della pronuncia del Tar della Lombardia che ha annullato l'accordo con la Fondazione San Matteo di Pavia per la fornitura dei test sierologici nella regione. Oggi il titolo si avvantaggia della rotazione settoriale che premia i titoli piu difensivi cme l'healthcare. Per il broker Banca Imi, la notizia è negativa "anche se la fornitura di test alla Lombardia non è così significiativa in termini di volumi per Diasorin".
Giù tutto il comparto oil nonostante la tenuta del prezzo della materia prima. In testa ENI (MI:ENI) con un calo del 3%. Ma va giù anche Saras (MI:SRS) in flessione del 4,8% penalizzata dai margini di raffinazione "sempre molto deboli nell'ultima settimana sotto il breakeven a seguito del recupero del prezzo del greggio e da un quadro macro molto complesso dal lato della domanda", osserva un broker.
In forte ribasso anche Autogrill che arretra del 5,6%.
Fra i minori balzo per Cellularline (+3,5%) dopo l'accordo triennale firmato con il brand auto Altec Lansing.