Investing.com – Listini asiatici in calo venerdì, in chiusura di una settimana contrassegnata da dati poco incoraggianti e da un peggioramento delle prospettive per l’anno in corso; il Nikkei giapponese ha superato i suoi omologhi grazie a una serie di trimestrali forti.
L’indice Nikkei 225 ha registrato un balzo dello 0,9%, raggiungendo il livello più alto dalla fine di dicembre, sostenuto dai report positivi di Nissan Motor Co Ltd (TYO:7201) e Honda Motor Co Ltd (TYO:7267), saliti rispettivamente del 4% e del 5%.
Le case automobilistiche seguono la scia positiva di trimestrali giapponesi rilasciati questa settimana, con risultati a sorpresa da parte di aziende come Toyota Motor Corp (TYO:7203) e Nintendo Co Ltd (TYO:7974), mentre le cinque maggiori società commerciali del Paese hanno registrato profitti da capogiro.
Ma le azioni del gigante degli investimenti SoftBank Group Corp (TYO:9984) sono crollate del 3% dopo che l’azienda ha registrato la seconda perdita annuale consecutiva.
I report trimestrali nipponici positivi dimostrano che i venti contrari derivanti dal rallentamento della crescita e dall’alta inflazione hanno finora avuto un impatto limitato sugli utili societari, indicando che l’economia giapponese è ancora stabile.
Il Nikkei è stato sostenuto anche dai recenti segnali del sito Banca del Giappone, che ha dichiarato di voler mantenere per il momento la sua politica monetaria ultra allentata.
Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite sono scesi rispettivamente dello 0,6% e dello 0,4%, in quanto i deludenti dati sul commercio e sull’inflazione di questa settimana hanno sollevato ulteriori dubbi su un potenziale rimbalzo economico del Paese nel post-COVID quest’anno.
Mentre Pechino probabilmente rilascerà ulteriori misure di stimolo per sostenere la crescita economica nei prossimi mesi, una serie di dati pubblicati questo mese ha mostrato che l’economia cinese si sta raffreddando dopo un rimbalzo iniziale nel primo trimestre.
La debolezza della Cina è di cattivo auspicio anche per le altre economie asiatiche con un’elevata esposizione commerciale al Paese.
L’indice Hang Seng di Hong Kong è sceso dello 0,1% venerdì, mentre l’indice KOSPI della Corea del Sud ha perso lo 0,5%.
L’indice australiano ASX 200 ha ceduto lo 0,2%, trascinato al ribasso dalle perdite dei titoli minerari, in quanto le preoccupazioni per la Cina hanno innescato un crollo dei prezzi dei metalli.
Sui mercati asiatici hanno pesato i dati sul lavoro negli Stati Uniti, più deboli del previsto, che hanno fatto aumentare i timori di una possibile recessione. Tuttavia, i dati sull’inflazione, hanno visto i mercati ridimensionare le aspettative su un eventuale taglio dei tassi di interesse da parte della Fed nel corso dell’anno.
Con la probabilità che i tassi USA restino più alti ancora a lungo, si prevede che qualsiasi rialzo importante dei mercati asiatici sarà limitato, in quanto gli investitori eviteranno gli asset più rischiosi.