Di Ambar Warrick
Investing.com - La maggior parte dei mercati azionari asiatici si è ritirata martedì in seguito all’acuirsi dei timori di una recessione globale quest’anno, mentre i dati contrastanti sulla crescita economica della Cina hanno aumentato l’incertezza sui tempi della ripresa di quest’anno.
Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite sono scesi rispettivamente dello 0,2% e dello 0,3% dopo che i dati hanno mostrato che crescita economica del paese ha subito un forte rallentamento nel 2022 rispetto all’anno precedente.
L’attività economica si è comunque espansa ad un ritmo migliore del previsto nel quarto trimestre. Questo dato, unito alle letture positive su produzione industriale e vendite al dettaglio per il mese di dicembre, dimostra che alcuni aspetti della seconda economia mondiale stanno iniziando a riprendersi.
Ma l’incertezza su una ripresa più consistente persiste, dato che il Paese è alle prese con la peggiore epidemia di COVID-19 mai registrata.
Poco mossi gli altri mercati azionari esposti alla Cina. L’indice Taiwan Weighted è rimasto invariato, mentre l’indice sudcoreano KOSPI e l’Hang Seng di Hong Kong hanno ceduto rispettivamente lo 0,8% e l’1,1%.
I titoli asiatici più ampi si sono ritirati tra le rinnovate preoccupazioni per una recessione globale. Un sondaggio sulforum economico mondiale ha mostrato che due terzi degli economisti intervistati si aspettavano una recessione quest’anno, mentre un sondaggio separato condotto da PricewaterhouseCoopers tra i dirigenti d’azienda prevedeva una prospettiva negativa per l’economia di quest’anno.
L’attenzione è ora rivolta alla stagione degli utili del quarto trimestre, con i mercati che cercheranno di valutare se il peggioramento delle condizioni economiche abbia intaccato gli utili aziendali.
L’indice giapponese Nikkei 225 è salito dell’1,2%, rimbalzando dopo le forti perdite delle ultime due sedute. L’attenzione si concentra ora sull’imminente vertice di politica della Banca del Giappone, con gli operatori che temono un cambio di tono da parte della banca centrale.