di Christopher Thompson
LONDRA (Reuters) - I conducenti di furgoni sono noti per avere una guida aggressiva. Se ciò è vero, la proposta di fusione tra le case automobilistiche Peugeot e Fiat Chrysler (MI:FCHA), potrebbe imbattersi in un tragitto accidentato. Una vasta quota combinata nel mercato dei veicoli commerciali leggeri rende difficile per i due gruppi schivare i regolatori dell'Unione europea. Ma esiste una soluzione che potrebbe portare doppio beneficio alla famiglia Agnelli.
Peugeot e Fiat puntano a siglare l'accordo entro il primo trimestre del 2021 e ottenere un risparmio di costi annuo di 3,7 miliardi di euro. Ma l'autorità garante della Concorrenza a Bruxelles si frappone a tale obiettivo e ha avviato un'inchiesta lunga quattro mesi nei confronti della proposta di fusione, concentrandosi sulla quota di mercato delle due compagnie nel mercato dei furgoni. I timori sono giustificati: Peugeot e Fiat insieme rappresenterebbero circa un terzo delle vendite Ue di furgoni, raggiungendo i due quinti in Francia e quasi la metà del mercato in Italia.
Le case automobilistiche ribatteranno dicendo che una nicchia in cui anche le rivali Volkswagen (DE:VOWG), Renault (PA:RENA) e Daimler detengono quote significative rimane competitiva. Inoltre, i continui investimenti in furgoni elettrici richiedono economie di scala. La rivale Volkswagen, ad esempio, ha di recente annunciato una joint venture per fabbricare veicoli con la controparte americana Ford. In gioco c'è un ottimo affare. Gli analisti di Hsbc ritengono che il segmento automobilistico generi margini di utile operativo medi di circa il 10%, al di sopra del margine del gruppo di Fiat e di Peugeot. Tuttavia, una redditività relativamente elevata rende più difficile per la coppia difendere in modo sostanziale l'aumento della propria quota di mercato. La Ue potrebbe ordinare loro di abbandonare in tutto o in parte l'attività come condizione per consentire il proseguimento della fusione.
La vendita di alcuni modelli a un altro grande concorrente potrebbe rimescolare la fetta di mercato esistente. Un modo più sicuro per aumentare significativamente le scelte a disposizione sarebbe quello di trasferire parte del business a un rivale minore come Cnh Industrial (MI:CNHI), quotata a Piazza Affari, che ha in sostanza meno di un decimo del mercato europeo dei furgoncini.
Un'operazione del genere darebbe a Cnh, in cui la holding di investimento controllata dalla famiglia Agnelli Exor (MI:EXOR) detiene una partecipazione del 27%, una posizione significativa in un business che è alimentato dalla crescente domanda per le consegne di pacchi e placherebbe inoltre i timori di Bruxelles in merito alla concorrenza. Fiat e Peugeot dovrebbero premere sull'acceleratore e consegnare agli Agnelli una doppia vittoria.
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(Tradotto da Redazione Danzica, in Redazione a Milano Gianluca Semeraro, camilla.caraccio@thomsonreuters.com, +48587721396)