Di Mauro Speranza
Investing.com - “Rigore è quando arbitro fischia” e rispetto a Banca Carige, “quando le cose non ci sono, è inutile parlarne e fare delle congetture”. Sono queste le parole dell’amministratore delegato di Unipol (MI:UNPI) in risposta alla possibilità di un intervento di Bper (MI:EMII) su Carige (MI:CRGI).
In effetti, di ipotesi concrete per la banca ligure non se ne vedono. Giuseppe Castagna, amministratore di Banco Bpm (MI:BAMI), ha ribadito che il suo istituto non interverrà in Carige.
Castagna, però, è andato anche oltre. “Nessuna banca è interessata”, metteva il dito nella piaga l'ad, facendosi portavoce anche degli altri istituti.
L'ipotesi mercato
Intanto, il mercato resta alla ricerca di un ‘cavaliere bianco’ ma con i grandi istituti che si tirano fuori, il gioco dell’’Indovina Chi’ lascia in ‘campo’ nomi di ‘secondo piano’ come Creval (MI:PCVI), Popolare di Sondrio e Credem. Si tratta, però, soltanto di ipotesi e voci rilanciati dai mass media, delle quali non se ne trova traccia ufficiale.
Un aiuto potrebbe arrivare dall’esterno, nonostante la brutta esperienza di BlackRock. L’istituto americano era rimasta in gioco fino alla fine, ma al momento di esaminare i conti e le prospettive economiche, si era tirata indietro.
Difficile, dunque, dare molto credito alle ipotesi considerate attualmente ‘papabili’ dei fondi esteri Balckstone, Warburg Pincus e Varde.
Il salvataggio da parte dello stato
Il periodo pre elettorale si era caratterizzato da un Salvini ‘statalista’ sulle banche, in particolare su Carige. “Certamente come Lega siamo pronti ad un intervento pubblico, qualora in tempi brevi non si dovessero affacciare nuovi, veri, affidabili capitali privati”.
I toni da campagna elettorale portavano il leghista a mettersi dalla parte dei “tanti imprenditori e famiglie che hanno bisogno di una banca forte, territorialmente radicata, a garanzia di un futuro di sviluppo", aveva annunciato prima del 26 maggio.
Salvini, così, faceva presagire un governo pronto a ripetere l’esperienza di Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), addirittura con l’ipotesi di fusione tra le due ‘salvate’ dallo stato.
Se dal fronte politico per ora non arrivano segnali, il fronte parlamentare sembra lasciare segnali in netta controtendenza rispetto a Salvini.
Secondo il Corriere della Sera, infatti, in commissione bilancio e finanze della Camera era stato presentato un emendamento che conteneva un bonus fiscale per l’utilizzao da sibuto e integralmente delle Dta, cioè le imposte anticipate derivanti da perdite pregresse.
In questo modo, Carige avrebbe potuto ottenere un maxi sconto da circa 700 milioni, cifra superiore all’aumento di capitale necessario per il salvataggio.
Interrogato sulla questione, il Tesoro si sarebbe mostrato contrario a questo maxi sconto, almeno secondo quanto scrive “La Repubblica”.
Le necessità di bilancio, dunque, potrebbero mettersi di traverso tra il salvataggio di Carige e la soluzione ‘statale’, soprattutto in un momento in cui le continue frizioni tra Governo e Unione europea in temi di conti pubblici sembrano poter aumentare nel prossimo futuro.