Investing.com - Dal Ceo di JPMorgan (NYSE:JPM), il colosso degli investimenti che qualche settimana fa ha rilevato la fallita First Republic (OTC:FRCB), è arrivata una proposta che potrebbe far storcere il naso a diversi operatori.
Secondo lo storico Ad Jamie Dimon, in carica da prima della crisi del 2008, le autorità di regolamentazione statunitensi dovrebbero prendere in considerazione la possibilità "di vietare le vendite allo scoperto sulle azioni della banche più fragili".
Dimon ha fatto notare che la SEC ha la capacità "di indagare sui potenziali conflitti d'interessi dei venditori allo scoperto che potrebbero avere un incentivo a diffondere informazioni false, e dovrebbe farlo".
Secondo il CEO di JPMorgan, le posizioni short aperte contro le banche stanno contribuendo ad alimentare la crisi: "Alcune persone non hanno scrupoli e utilizzano altri mezzi per vendere allo scoperto. Se si esaminano i dettagli, la SEC ha la capacità di far rispettare la legge e di esaminare ciò che le persone fanno per nome nelle opzioni, nei derivati, nelle vendite allo scoperto, e se qualcuno sta facendo qualcosa di sbagliato, se c'è collusione o se le persone vendono allo scoperto e poi twittano su una banca, devono essere perseguite, e con forza, e devono essere punite nella massima misura della legge".
Le banche rimangono esposte a notizie, vere o meno, che possono diffondersi rapidamente su piattaforme di social media come Twitter (NYSE:TWTR) e avere un impatto significativo sul prezzo delle azioni e sull'attività sottostante, ha poi sottolineato il Ceo di JPM.
Proprio nella giornata di ieri, PacWest Bancorp ha ammesso un calo dei depositi del 9,5% nella settimana conclusasi il 5 maggio dopo un'indiscrezione dei media che riportava come la banca stesse considerando "opzioni strategiche" con "colloqui con in corso con banche e investitori".
Con il titolo che solo nella giornata di ieri ha perso oltre il 20%, PacWest ha incolpato i media scrivendo che "I titoli di giornale hanno aumentato i timori dei nostri clienti sulla sicurezza dei loro depositi".
La settimana scorsa, un articolo del Financial Times ha indicato come Western Alliance (NYSE:WAL) stesse considerando "una vendita strategica a una banca più grande", provocando un crash del 60% della valutazione di Borsa.
Meno di un'ora dopo l'articolo del quotidiano britannico, Western Alliance ha smentito la notizia dichiarando in un comunicato ad hoc che "la colpa è dei venditori allo scoperto".
"È vergognoso e irresponsabile che il Financial Times si sia lasciato usare come strumento di chi ha posizioni short e come mezzo per diffondere false informazioni su una banca finanziariamente sana e redditizia", si legge nel comunicato della banca.