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Dollaro bloccato in un range, rinviato accordo commerciale con la Cina

Pubblicato 05.04.2019, 09:11
© Reuters.
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Investing.com - Il dollaro è scambiato in range stretto negli scambi della mattinata europea di questo venerdì, in vista dell’attesissimo report sull’occupazione USA delle 08:30 ET (12:30 GMT).

La moneta statunitense ha ricevuto un incoraggiamento solo di breve durata dalle dichiarazioni del Presidente Donald Trump, che ha reso noto che ad un accordo commerciale mancano almeno quattro settimane e non ha fornito dettagli sulle questioni ancora aperte.

Alle 04:00 ET (08:00 GMT), l’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre principali valute, si attesta a 96,852, in calo dello 0,1% dal massimo della notte.

Anche la sterlina si muove in un range: i mercati attendono l’esito degli sforzi del Primo Ministro Theresa May e del leader dell’opposizione Jeremy Corbyn per trovare un accordo fra i partiti su un’alternativa al piano di divorzio negoziato con l’UE.

La sterlina è stata supportata dal voto di mercoledì sera che ha limitato ulteriormente la capacità del governo di uscire senza accordi di transizione alla fine della prossima settimana. Una Brexit senza accordo rimane lo scenario legale di default, tuttavia, a meno che i membri UE non trovino un’intesa unanime per prorogare la scadenza. Nella notte la BBC ha riportato che il Presidente del Consiglio UE Donald Tusk sarebbe disposto ad offrire una proroga di 12 mesi, anche se il Ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire avrebbe affermato che dovrà esserci un motivo valido per farlo.

L’euro si rafforza sulla scia dei dati da cui è emerso che la produzione industriale tedesca a febbraio è salita un po’ più del previsto, facendo passare in secondo piano la delusione di ieri per l’ennesimo tonfo degli ordinativi alle fabbriche.

“Quello che inizialmente sembrava il risultato di una serie di fattori negativi isolati ha dato improvvisamente l’impressione di un collasso nel settore industriale”, spiega l’economista di ING Carsten Brzeski, sottolineando che l’aumento è stato interamente dovuto al settore edile, mentre la produzione manifatturiera ha continuato a diminuire. “I timori per la Brexit ed il rallentamento globale tengono in pugno l’industria tedesca”.

Nel frattempo, la lira turca resta sotto pressione dopo l’incremento minore del previsto delle riserve di valuta estera della banca centrale la scorsa settimana, mentre lo yen si indebolisce sulla scia dei dati deludenti sulle spese delle famiglie.

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