MILANO (Reuters) - Il titolo Mps riesce a segnare un prezzo valido soltanto in chiusura nel giorno del debutto dell'aumento iperdiluitivo da 3 miliardi di euro che terminerà l'8 giugno prossimo.
Nel frattempo due importanti soci hanno annunciato la limatura delle rispettive quote. Dagli avvisi Consob è emerso che Btg Pactual è sceso all'1,9% il 18 maggio scorso dal 2,001% detenuto in precedenza. La Fondazione Mps è invece scesa, con due operazioni il 20 e il 21 maggio, dal 2,5% all'1,55% e su questa quota sottoscriverà l'aumento di capitale. Mosse, queste, non così a sorpresa dopo che il 16 maggio è scaduto il lock-up del patto a cui partecipa anche Fintech.
Le azioni della banca senese hanno chiuso in rialzo dell'11,28% a 2,14 euro con quasi 3 milioni di pezzi scambiati, mentre i diritti hanno perso il 18,41% a 6,14 euro con 2,4 milioni di titoli scambiati.
"Sono chiaramente dei movimenti irrazionali dettati dell'istinto, accade di solito quando ci sono aumenti di capitale iperdiluitivi", spiega un trader sottolineando che non c'è allineamento tra valore del titolo e diritto. Al prezzo di chiusura dell'azione Mps il valore teorico del diritto sarebbe infatti di 9,7 euro. "Il piccolo investitore d'istinto cerca di vendere i diritti perchè è sfiduciato e non vuole sottoscrivere l'aumento", aggiunge.
Da Siena il presidente Alessandro Profumo in giornata ha commentato l'andamento del titolo e dei diritti spiegandolo con "problemi tecnici". "Ci sono un po' di problemi tecnici, come avevamo visto anche nell'aumento di capitale precedente. Il diritto scende, il titolo sale: bisogna vedere l'insieme delle due cose e vedere poi come procede il combinato disposto dei due elementi. E' veramente presto per esprimere qualsiasi giudizio", ha detto ai cronisti a margine di un evento.
L'aumento di capitale arriva a distanza di meno di un anno da quello di 5 miliardi avviato a giugno 2014 e ha ottenuto anche la promessa di sottoscrizione pro quota da parte di Axa (3,7%) e di Alessandro Falciai (sotto il 2%) L'operazione rappresenta un test importante per il futuro dell'istituto senese che nel frattempo ha affidato a Ubs e Citigroup il compito di valutare tutte le opzioni strategiche a disposizione, fra cui un'eventuale operazione di aggregazione con un partner strategico o finanziario.
A questo proposito nel prospetto Mps non ha escluso che manifestazioni di interesse possano arrivare anche prima della conclusione dell'aumento. Tra i nomi più gettonati per una possibile integrazione c'è quello di UBI Banca.
Dall'1 luglio, inoltre, il Tesoro avrà circa il 4% di Mps con l'attribuzione di poco meno di 118 milioni di azioni a titolo di corrispettivo per gli interessi dovuti sugli aiuti di Stato nel 2014 pari a 243 milioni di euro.