Di David Pinchodo
Investing.com - Credit Suisse (SIX:CSGN) crolla di oltre il 18% mercoledì dopo che il maggiore azionista, la Saudi National Bank, ha escluso ulteriori investimenti nella banca elvetica.
Ammar Al Khudairy, presidente della SNB, ha affermato "assolutamente no" in merito ad un ulteriore aiuto, "per molte ragioni oltre a quella più semplice che è quella normativa e statutaria".
L'investitore saudita ha rilevato una quota di quasi il 10% nel 2022 nell'ambito dell'aumento di capitale chiuso da Credit Suisse, con un investimento complessivo di 1,5 miliardi di dollari.
"Non possiamo (aiutare la banca) perché supereremmo il 10%. È una questione normativa", ha poi aggiunto Ammar Al Khudairy.
Va notato, inoltre, che la banca ha presentato martedì la relazione annuale, precedentemente rinviata. In essa, ha dichiarato la stessa CS in in comunicato, sono state individuate "significative debolezze" nei controlli interni.
Infine, va ricordato che il minimo di 1,83 per l'azione del Crédit Suisse di mercoledì è un nuovo minimo storico, e va di pari passo all'impennnata dei credit default swaps che nella giornata odierna hanno toccato i massimi storici.
La battuta d'arresto del Credit Suisse, oltre alla crisi bancaria statunitense, sta avendo un impatto clamoroso sulle banche europee: in Francia, BNP Paribas (EPA:BNPP), Société Générale (EPA:SOGN) e Crédit Agricole (EPA:CAGR) sono in calo di oltre il 9% al momento della scrittura.