Di Alessandro Albano
Investing.com - Le maggiori banche statunitensi hanno superato la prova degli 'stress test' della Federal Reserve, con miliardi di nuovi dividendi che potrebbero presto arrivare nelle tasche degli azionisti.
Secondo gli scenari messi in atto dalla banca centrale, gli istituti di credito sono in grado di fronteggiare "un altro forte rallentamento" dell'economia grazie a livelli di capitali "ben al di sopra” dei requisiti minimi richiesti dalla Fed.
Come successo con la più severa BCE, i regolatori statunitensi avevano deciso di frenare lo stacco cedola e altri incentivi, come i buyback, per assicurare più liquidità agli istituti in un momento di forte crisi economica, aiutando il comparto del credito (e non solo) attraverso stimoli monetari e fiscali per ammortizzare le perdite sui prestiti.
"Nell'ultimo anno, la Federal Reserve ha eseguito tre stress test con diverse ipotetiche recessioni e tutte hanno confermato che il sistema bancario è fortemente posizionato per supportare la ripresa in corso", ha dichiarato il vicepresidente per la supervisione della Fed Randal K. Quarles in una nota.
L'esito dei test potrebbe portare il Marriner S.Eccles Building ad alzare il tetto sulla riserva di liquidità o rilassare i limiti sulla distribuzione del capitale. Secondo Evercore, le sei maggiori banche statunitensi, Bank of America (NYSE:BAC), Citigroup Inc (NYSE:C), Goldman Sachs (NYSE:GS), JPMorgan, Morgan Stanley (NYSE:MS) e Wells Fargo (NYSE:WFC) aumenteranno i pagamenti da 66 miliardi di dollari a 130 miliardi di dollari in riacquisti e dividendi nei prossimi quattro trimestri.
Le banche italiane aspettano Francoforte
La parola passa ora alla Banca centrale europea, che il prossimo 23 luglio potrebbe eliminare le restrizioni relative alla distribuzione dei dividendi per le banche grazie ai segnali di ripresa dell'economia nella zona euro.
Ad affermarlo è stato pochi giorni fa Luis de Guindos, vicepresidente Bce. "Chiaramente se il ritmo delle attività che abbiamo previsto dovesse proseguire, questa raccomandazione scomparirà prima o poi", ha detto De Guindos in occasione di un evento finanziario tenutosi in Spagna, confermando quando detto dal presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce Enria lo scorso marzo.
Nel 2020, l'Eurotower aveva raccomandato agli istituti europei di limitare cedole e buyback fino a fine settembre 2021, precisando che le limitazioni potevano essere revocate in caso di miglioramento del contesto economico. Il tetto BCE prevede il livello più basso tra il 15% degli utili cumulati 2019-2020 e i 20 punti base in termini di Cet1 e l'astensione sugli acconti sull'utile 2021.
Alla finestra restano, quindi, la banche che prevedono dividendi superiori alla soglia fissata dalla BCE, con stacco dopo il 30 settembre. Tra queste, come precisato da Milano-Finanza, ci sono: Intesa Sanpaolo (MI:ISP) che ha proposto il pagamento di riserve per 0,10 euro per azione (dividend yield 4,5%) a valere sugli utili 2020, nonché un interim dividend (ammontare non specificato) sugli utili 2021 (target payout del 70%); Mediolanum (MI:BMED): 0,75 euro per azione (dividend yield del 10%); Banca Generali (MI:BGN): 3,3 euro per azione (dividend yield dell'11%), di cui 2,7 euro dal 15 ottobre al 15 dicembre 2021 e 0,6 euro dal 15 gennaio al 31 marzo 2022; e UniCredit (MI:CRDI), che ha proposto la distribuzione di 652 milioni di euro tramite buy-back.