Di Ambar Warrick
Investing.com - L’istituto di credito statunitense First Republic Bank (NYSE:FRC) starebbe esplorando diverse opzioni strategiche per affrontare l'attuale crisi di liquidità, tra cui la cessione dell'intero business. Lo ha riferito mercoledì sera Bloomberg news.
La banca di San Francisco starebbe valutando "diverse opzioni" per rafforzare la propria posizione di liquidità, con diversi istituti più grandi che avrebbero mostrato interesse in un eventuale operazione sulla banca, anche se non è stata presa alcuna decisione in merito.
La notizia arriva dopo che il rating della banca è stato fortemente abbassato da S&P Global Ratings allo status di “junk” (spazzatura), mentre Moody’s ha dichiarato di aver messo la banca sotto esame per un potenziale declassamento.
Entrambe le agenzie di rating hanno segnalato i crescenti rischi di un aumento dei ritiri di depositi per la banca, che rischia di subire una maggiore pressione sulla sua redditività se ricorre a opzioni di finanziamento più costose dei depositi.
Inoltre, Moody’s ha messo Western Alliance Bancorporation (NYSE:WAL), Intrust Financial Corp, UMB Financial Corporation (NASDAQ:UMBF), Zions Bancorporation (NASDAQ:ZION) e Comerica Inc (NYSE:CMA) sotto esame per un potenziale declassamento.
Le azioni di First Republic sono crollate di oltre il 61% questa settimana, in seguito alle crescenti preoccupazioni di essere il prossimo tassello del domino a cadere nell’ambito della crisi bancaria statunitense, che ha visto operatori regionali come Silicon Valley Bank, Silvergate Capital Corp (NYSE:SI) e Signature Bank chiudere le operazioni a causa di una grave contrazione delle condizioni di credito.
First Republic ha dovuto affrontare un crollo delle valutazioni in Borsa a causa dei timori legati alla sua dipendenza dai depositi non assicurati come fonte di finanziamento, nonché alle perdite non realizzate nei suoi portafogli titoli, costituiti in gran parte da obbligazioni a lunga scadenza.
Più o meno lo stesso di quanto accaduto a SVB, la quale ha dovuto affrontare una corsa agli sportelli a causa di preoccupazioni analoghe, dopo aver registrato una perdita di 1,8 miliardi di dollari dopo la vendita di un portafoglio di 21 miliardi di titoli di Stato americani a lunga scadenza.
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