di Giulio Piovaccari
MILANO (Reuters) - La decisione di Fiat Chrysler (MI:FCHA) di cancellare il dividendo ordinario segna un'altra battuta d'arresto sul fronte della liquidità per la famiglia Agnelli e la holding Exor (MI:EXOR), dopo che in settimana è sfumata la prevista vendita per 9 miliardi di dollari della controllata riassicurativa PartnerRe.
Fiat Chrysler (Fca) e Psa-Peugeot, che hanno siglato un accordo di fusione per la creazione del quarto più grande gruppo automobilistico mondiale, hanno comunicato ieri la cancellazione dei propri dividendi annuali. Ciò permette di conservare 1,1 miliardi di euro a testa di liquidità, per fronteggiare la crisi del coronavirus.
Exor, guidata dall'erede di casa Agnelli John Elkann e maggiore azionista di Fca con una quota del 28,9%, perderà circa 320 milioni di euro in liquidità, in un momento che ha inoltre visto l'accantonamento o il rinvio di due accordi volti a rivoluzionare il portafoglio della holding.
La crisi del coronavirus ha già costretto Cnh Industrial (MI:CNHI), anch'essa controllata da Exor, a rinviare, anche oltre il 2021, il piano di scissione e di quotazione separata delle proprie attività di camion, bus e motori, la cui finalizzazione era prevista per l'inizio del prossimo anno.
Tutti gli occhi sono ora puntati sulla fusione da 50 miliardi di dollari tra Fca e Psa.
I due gruppi hanno detto che i preparativi per la loro fusione '50-50' stanno procedendo "positivamente" e che la finalizzazione dell'accordo avverrà nei tempi previsti, prima della fine del primo trimestre del 2021.
La vendita di PartnerRe, con sede alle Bermuda, è fallita dopo che Exor si è opposta ai tentativi da parte dell'assicuratore francese Covea di ottenere uno sconto sul prezzo di acquisto concordato.
Alcuni hanno letto nel fallimento dell'operazione un avvertimento lanciato a Psa, per scoraggiare il gruppo francese da un approccio simile con Fca, di cui Elkann è presidente.
"Elkann ha dato un messaggio forte a Psa e al suo AD, (Carlos) Tavares", sostiene un banchiere d'investimento vicino alla vicenda, che ha parlato con Reuters in condizione d'anonimato.
"Il messaggio è: non aspettarti di poter venire a chiedere una revisione sostanziale dei termini concordati della fusione tra Fca e Psa".
L'annullamento dei dividendi ordinari, annunciati a dicembre nell'ambito dell'accordo di fusione tra i due gruppi, non modifica i termini dell'operazione in quanto entrambe le aziende hanno adottato la medesima decisione.
Tuttavia, gli analisti si concentrano ora sul dividendo straordinario di Fca da 5,5 miliardi di euro, che la società dovrà pagare ai suoi azionisti poco prima del completamento della fusione.
L'analista di Intesa Sanpaolo (MI:ISP) Monica Bosio prevede che il dividendo straordinario verrà comunque pagato, in quanto "rappresenta implicitamente un premio assegnato al gruppo nell'accordo, grazie alla sua posizione negli Stati Uniti e ai suoi marchi di grande valore come Jeep, Ram e Maserati".
Marco Opipari, analista di Fidentiis, spiega che la fusione è fondamentale per la competitività di lungo termine delle due case automobilisitiche, tanto più nell'attuale scenario di crisi, ma sostiene che alcuni termini dell'accordo potrebbero essere rivisti.
"Una soluzione salomonica potrebbe essere quella ridurre il dividendo straordinario agli azionisti di Fca a 3 miliardi di euro", ha detto, aggiungendo che, come bilanciamento, Psa potrebbe rinunciare al previsto spin-off della sua quota di controllo nel produttore di componenti auto Faurecia.
La diffusione del Covid-19 ha colpito duramente le valutazioni degli asset e ha sollevato molte domande sui termini delle operazioni straordinarie concordate prima dell'esplosione della crisi del coronavirus. I titoli Fca e Psa sono entrambi in calo di circa il 45% da inizio anno quest'anno.
Le altre partecipazioni di Exor includono Ferrari (MI:RACE), Juventus (MI:JUVE) e il settimanale The Economist.
(Tradotto da Redazione Danzica, in Redazione a Milano Gianluca Semeraro, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com,+4858775278)