ROMA (Reuters) - L'Italia è "un'osservata speciale" sui mercati perché ha banche "in parte ancora in una situazione rischiosa".
Lo ha detto il membro del consiglio di vigilanza della Banca centrale europea Ignazio Angeloni, spiegando che dopo la riduzione dei non performing loan osservata di recente, l'Unione europea è pronta a fare passi avanti su proposte di condivisione del rischio come la garanzia unica sui depositi bancari.
"L'Italia ha fatto un passaggio elettorale importante e nei prossimi mesi il dibattito sulle riforme in Europa si intensificherà. È estremamente importante che l'Italia sia presente", ha detto il banchiere centrale durante una conferenza a Roma.
Le elezioni di domenica 4 marzo hanno portato alla nascita di un Parlamento senza maggioranza, pur con l'affermazione dei partiti euroscettici come M5s e Lega.
Ieri il leader della Lega, Matteo Salvini, ha ribadito da Bruxelles la sua convinzione che l'euro sia "una moneta sbagliata" anche se ha escluso "un'uscita solitaria e improvvisa" dell'Italia dall'Unione monetaria europea.
Angeloni nel suo intervento ha detto che "le condizioni di stabilità viste negli ultimi 10 anni di crisi non sarebbero state possibili senza l'euro".
Il banchiere centrale apprezza la proposta legislativa della Commissione europea sulla gestione dei non performing loan che, dice, "si combina" con quella della vigilanza unica la cui pubblicazione è attesa domani.
In base alla proposta della Commissione, le banche avranno due anni per raggiungere la copertura totale delle perdite potenziali dei nuovi crediti non garantiti con una copertura minima del 35% entro il primo anno. Per i crediti garantiti, invece, le banche dovranno arrivare a una copertura integrale in otto anni con un minimo del 5% nel primo anno, del 27,4% entro il quarto e del 75% entro il settimo.
Le linee guida della Bce prevedono finora la svalutazione al 100% in 7 anni per i crediti assistiti da garanzia e in 2 anni per quelli non garantiti, con una progressione lineare.
PREPARARSI PER LA FINE DEL QE
Angeloni avverte che la fine del quantitative easing è imminente e le banche devono prepararsi.
"Abbiamo avuto tassi molto bassi e negativi, questo può aver creato fragilità. Alcuni operatori si sono orientati più sul rischio in cerca di rendimenti e su strategie di investimento che contavano sul mantenimento di una volatilità molto bassa. Ora siamo in una fase di inversione e ci possono essere contraccolpi".
Esiste un secondo rischio legato alle politiche protezionistiche avviate dagli Stati Uniti. "C'è un dibattito in corso non tanto per l'impatto diretto ma per le possibili contromosse. Vi sono rischi per l'economia globale a cui siamo particolarmente esposti", dice Angeloni aggiungendo che vanno respinte "tentazioni autarchiche".
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