Di Alessandro Albano
Investing.com - Le Borse statunitensi aprono in calo l'ultima seduta di ottobre, appesantite dalle vendite sui titoli delle grandi del tech. Al momento, il Dow Jones scambia sulla parità a 35.745 punti dopo i record della vigilia, lo S&P 500 perde lo 0,3% a 4.580 punti sui nuovi massimi di giovedì, mentre il tecnologico NASDAQ Composite cede lo 0,5% a 15.350.
Pesano i ribassi di Amazon (NASDAQ:AMZN) (-4%) e Apple (NASDAQ:AAPL) (-3,5%) dopo che entrambi i colossi hanno mancato le attese degli analisti nei conti riportati giovedì.
Tuttavia, nonostante risultati deludenti delle Big Tech, l'80% dei titoli S&P 500, che fino ad ora hanno riportato risultati trimestrali, hanno battuto le previsioni del mercato, dando un'ulteriore spinta all'azionario statunitense. Ad ottobre, infatti, lo S&P 500 ha guadagnato il 6,7%, la performance mensile più importante dal novembre 2020, il Dow ha raccolto il 5,6% mentre il Nasdaq ha registrato il +6,9%.
Sul Nasdaq si sente anche il nervosismo dei mercato obbligazionari dopo l'indice dei prezzi PCE di settembre. Il titolo a 10 anniè tornato ai livelli di maggio oltre l'1,6% mentre la curva dei rendimenti si è invertita sulle scadenze a lungo termine, con il titolo a 20 anni che ora rende il 2,013% rispetto all'1,984% del trentennale.
L'inflazione annuale misurata dall'indice delle spese personali, termometro preferito dalla Fed per l'inflazione, è infatti aumentata ai massimi dal gennaio 1991 accelerando del 4,4% dal +4.2% di agosto, spinta da un aumento del 24,9% dei costi energetici e del +4,1% per il cibo.
Intervento alla CNBC da Roma in occasione del G20, il segretario al Tesoro Janet Yellen ha affermato "su base annuale l'inflazione rimane elevata e lo sarà per qualche tempo semplicemente a causa di quello che è già successo nei primi mesi dell'anno", ma gli aumenti mensili "diminuiranno nella seconda metà dell'anno" e con un ritorno "a livelli vicini al 2%".