MILANO (Reuters) - Sull'interbancario europeo la parte brevissima della curva si schiaccia sul 3,75% - da soli due giorni nuovo riferimento per i depositi Bce - mentre i contratti derivati non possono non risentire dello scenario emerso con il voto Ue.
Per quanto in ampia parte prevista, la netta avanzata della destra euroscettica emersa dalle urne preoccupa naturalmente l'intera platea degli investitori, ma è soprattutto il caso francese con il voto anticipato indetto da Emmanuel Macron a destare motivato timore.
La pressione sul mercato d'oltralpe preoccupa le agenzie di rating e non può certo lasciare indifferente la stessa Bce, che predilige comunque un tono improntato alla cautela.
Il 'repricing' del rischio particolarmente evidente sul mercato francese comincia a riflettersi più in generale sui periferici - lo si è visto ieri a Piazza Affari, lo si vede stamane nello spread tra Btp e Bund - ma soprattutto minaccia di compromettere il delicato 'meccanismo di trasmissione' della politica monetaria.
Francoforte ha sempre messo in evidenza la necessità di evitare una 'frammentazione' del mercato, che comprometterebbe il funzionamento della politica monetaria, quindi le aspettative sulla stabilità dei prezzi.
"La volatilità tra gli spread tra titoli di Stato della zona euro rimarrà elevata fino al voto per il rinnovo del parlamento francese. Il balzo del differenziale tra Oat e Bund - più in generale tra periferia e Germania - che abbiamo visto in settimana potrebbe spingersi anche oltre" si legge nella nota settimanale dell'ufficio studi di UniCredit (BIT:CRDI) eloquentemente titolata 'Politica francese pesa su asset zona euro'.
In lieve calo rispetto alla settimana scorsa, poco al di sotto dei 3.200 miliardi di euro, la liquidità in eccesso secondo i calcoli della stessa Bce.
Intorno alle 13,30 il tasso overnight viaggia a 3,76%, il tom/next a 3,765% e lo spot/next a 3,77%.
(Alessia Pé, editing Gianluca Semeraro)