di Giancarlo Navach
REGGIO EMILIA (Reuters) - Iren vuole avere un ruolo di primo piano nel consolidamento del settore delle utility nel Nord Ovest. La società, controllata dai comuni di Torino, Genova, Reggio Emilia, Parma e Piacenza, ha avviato discussioni preliminari con alcune realtà più piccole da aggregare i cui comuni di riferimento potrebbero anche entrare nel capitale di Iren.
Con questo obiettivo l'azienda ha oggi approvato una ricapitalizzazione fino al 3% del capitale sociale proprio per consentire l'allargamento della base azionaria.
Inoltre, il gruppo guidato da Massimiliano Bianco - che oggi ha nominato Paolo Peveraro nuovo presidente al posto di Francesco Profumo, prossimo a diventare nuovo presidente della Compagnia Sanpaolo - non fa mistero di volere salire al 51% di Asa Livorno, la multiservizi controllata al 36% dal comune toscano, mentre Iren ne detiene il 40%.
"Abbiamo proposto di sostenere il piano industriale della società e questo comporterà un aumento della partecipazione conseguente per consolidarla", ha detto l'AD a Reuters al termine dell'assemblea degli azionisti. L'operazione consentirebbe, inoltre, ad Asa di sostenere il proprio piano di sviluppo, in particolare nel settore idrico e di partecipazione alle gare gas.
Stesso obiettivo anche per Amiu, controllata al 100% dal comune di Genova "che puntiamo a consolidare, ma attendiamo che Genova decida", ha spiegato il manager.
Quanto alle finalità dell'aumento di capitale, "non ci sono target oggi chiaramenti identificati, ma un territorio come il Nordovest su cui stiamo concentrando gli investimenti e la richiesta di delega è mirata a favorire l'aggregazione con soggetti pubblici titolari di aziende o società operanti nello stesso settore", ha sottolineato Bianco.
In linea con quanto ha già fatto Hera, l'assemblea ha inoltre approvato il voto maggiorato. In questo modo, ha detto il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi "ci sarà un rafforzamento della presenza pubblica sulle decisioni in assemblea".
Al momento i principali azionisti hanno una partecipazione di poco sopra il 50% del capitale (inclusa anche Parma che da oggi è rientrata nel patto di sindacato) "e c'è spazio per scendere fino al 40%, ma con il voto maggiorato ci sarà una estensione del voto fino al 60%. Quindi c'è uno spazio potenziale per vendere un 10% circa del capitale da parte dei comuni, ma non è detto che lo facciamo a breve termine".
Infine, rispondendo alle osservazioni fatte da alcuni soci relativamente al debito del comune di Torino verso Iren - che sarebbe anche oggetto di un esposto alla Consob da parte di alcuni azionisti - l'Ad ha chiarito che a fine "2015 era di circa 179 milioni, in riduzione del 12%".