OraFinanza - L’attenzione dei mercati è sempre su Washington, ma dalla Casa Bianca è tornata su Palazzo Marriner Stoddard Eccles, la sede della Federal Reserve.
"L'economia non sta inviando alcun segnale che indichi che dobbiamo avere fretta di abbassare i tassi", ha detto ieri il presidente Jerome Powell. La presa di posizione di politica monetaria non è stata un fulmine a ciel sereno perché da settimane i dati macroeconomici sono robusti e le spinte inflazionistiche sembrano recedere: anche ieri sono arrivate conferme della solidità del contesto, le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono scese sui minimi da maggio a 217.000.
Le indicazioni di Powell hanno zavorrato Wall Street, le obbligazioni si sono mosse poco, segno che avevano già messo in conto un tono meno espansivo della politica monetaria.S&P500 -0,6%, anche per effetto del calo delle società della farmaceutica.
Le azioni dei produttori di vaccini hanno chiuso in ribasso dopo che il presidente eletto Donald Trump ha nominato come segretario alla Sanità il no vax Robert F. Kennedy Jr. Le azioni di Moderna hanno chiuso in ribasso di oltre il 5%, quelle di Novavax sono scese di oltre il 7% e le azioni di Pfizer (NYSE:PFE) hanno perso oltre il 2%. Le azioni di BioNTech (NASDAQ:BNTX), la casa farmaceutica tedesca che ha contribuito a sviluppare un vaccino contro il Covid con Pfizer, ha registrato a fine seduta un calo di oltre il 6%. La casa farmaceutica britannica Gsk, che produce vaccini antinfluenzali e molti altri vaccini, ha chiuso in ribasso di circa il 2%.
La reputazione di Kennedy, scettico nei confronti della scienza della salute pubblica e critico sia nei confronti dell'industria farmaceutica che del sistema sanitario pubblico, ha gettato una notevole incertezza sul settore sanitario.
Intanto, le probabilità che la Fed mantenga i tassi fermi nella prossima riunione di dicembre sono salite al 39% a fine giornata, rispetto alle probabilità precedenti al discorso di appena il 17,5%.
Treasury Note a dieci anni a 4,46%, sui massimi da giugno. Il dollaro ha smesso di apprezzarsi, l’euro si è stabilizzato intorno a 1,055, dopo aver toccato anche quota 1,048 nel corso del pomeriggio.
Le borse dovrebbero aprire in ribasso, future del Dax di Francoforte -0,4%, dal +1,4% di ieri.
Intervenendo alla conferenza annuale di ricerca del Fondo Monetario Internazionale a Washington, il membro del Comitato esecutivo della BCE, Isabel Schnabel ha affermato che il quantitative easing dovrebbe "essere usato con maggiore cautela in futuro" e ha sottolineato gli svantaggi di fornire una prospettiva dettagliata sul percorso dei tassi. I commenti di Schnabel si inseriscono nel contesto di una nuova revisione della strategia di politica monetaria della BCE, i cui risultati sono previsti per la seconda metà del 2025.
"Gli acquisti di attività si sono dimostrati uno strumento potente per la stabilizzazione del mercato, mentre il loro rapporto costi-benefici è meno favorevole quando si tratta di stimolare l'economia in prossimità del limite inferiore effettivo", ha affermato Schnabel. La BCE ha avviato il QE nel 2015 nel tentativo di rilanciare l'inflazione che era diventata troppo lenta. In seguito ha lanciato un programma separato durante la pandemia di Covid-19.
Le borse della Cina sono volatili nel finale di seduta, indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,5%.
I prezzi nelle principali 70 città della Cina sono scesi per il 17° mese a ottobre, ma a un ritmo più lento, suggerendo che le misure di sostegno potrebbero stabilizzare il mercato. Il calo è stato del 6,2% su base annua. Nelle quattro città di prima fascia - Pechino, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen - i prezzi sono scesi dello 0,2% su base mensile a ottobre, riducendo il calo rispetto allo 0,5% di settembre. "È un segnale importante e un primo segno di inversione di tendenza nel settore immobiliare", ha dichiarato Yan Yuejin, vicepresidente dell'istituto di ricerca immobiliare E-House China, con sede a Shanghai. Stanotte sono arrivati altri segnali di ripartenza dell’economia della Cina, le vendite al dettaglio sono salite più del previsto il mese scorso.
Borsa di Tokyo in rialzo dello 0,2% dopo quattro sedute di ribasso.
L'economia giapponese cresce dello 0,2% nel periodo da luglio a settembre, in linea con le previsioni, e in rallentamento rispetto al +0,7% del trimestre precedente. Su base annualizzata la crescita è pari allo 0,9%. A frenare l'espansione, le condizioni climatiche avverse - con una stagione dei tifoni più intensa del previsto, e l'allarme sul previsto terremoto di proporzioni devastanti nella Fossa di Nankai, a sud dell'arcipelago, che secondo gli analisti ha impattato sulla attività economica del Paese nel periodo di riferimento. Il ridimensionamento della crescita evidenzia la volubilità della ripresa economica in Giappone, con la domanda interna che rimane fiacca, mentre si va concretizzando il rischio di un rallentamento negli Stati Uniti - esacerbato dal ritorno di Trump alla Casa Bianca -, e le prospettive di nuovi dazi, e l'ulteriore debolezza dell’economia cinese, fattori destabilizzanti per l'export nei due principali mercato di riferimento per il Paese del Sol Levante.
Generali (BIT:GASI) ha battuto le stime sugli utili dei nove mesi, nonostante il significativo impatto delle catastrofi naturali da 930 milioni di euro. L'utile operativo dei nove mesi, il dato più seguito dal mercato, è salito del 7,9% a 5,4 miliardi di euro, superando il consensus degli analisti che avevano indicato un valore di 5,15 miliardi di euro.
Il Solvency Ratio, che misura la solidità finanziaria della compagnia, è sceso a 209% da 220% di un anno fa, per l’impatto derivante dall’acquisizione di Liberty Seguros, dai cambi normativi, dalle variazioni non economiche e di mercato.
"Guardando ai prossimi mesi, siamo pienamente in linea per raggiungere con successo tutti gli obiettivi del piano ‘Lifetime Partner 24: Driving Growth’ e continuiamo a lavorare sulla nuova strategia, che sarà presentata il prossimo 30 gennaio 2025", ha commentato il Group Cfo di Generali Cristiano Borean nella nota
Stellantis (BIT:STLAM) non ha in programma di chiudere stabilimenti in Italia né di fare licenziamenti collettivi. Lo ha detto Giuseppe Manca, responsabile Risorse Umane di Stellantis Italia, illustrando il piano industriale per il Paese nel corso dell'incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy.