Di Alessandro Albano
Investing.com - "Accolgo con favore l'azione rapida e le decisioni prese dalle autorità svizzere. Sono fondamentali per ripristinare condizioni di mercato ordinate e garantire la stabilità finanziaria". Lo ha scritto in una nota pubblicata sul sito della Bce la presidente Christine Lagarde, dopo che UBS ha accettato di acquisire Credit Suisse per 3,24 miliardi di dollari.
Il settore bancario dell'Eurozona "è resistente, con solide posizioni di capitale e di liquidità", ha aggiunto Lagarde, aggiungendo lo strumentario di policy dell'Eurotower "è pienamente attrezzato" per fornire sostegno di liquidità al sistema finanziario "se necessario".
Ricordiamo che la scorsa settimana, oltre ad aumentare i tassi di 50 punti base, la Bce ha promesso di "intervenire ove necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro".
In ogni caso, anche se continuano ad arrivare rassicurazioni sulla tenuta del sistema bancario, le banche centrali si sono mosse per anticipare una possibile crisi di liquidità innescata dalle crisi combinate di Credit Suisse e SVB, mettendo in campo un'azione corale sulle linee swap in dollari.
Come comunicato dalle stesse banche centrali, Bank of Canada, Bank of England, Bank of Japan, Bce, Federal Reserve e Banca nazionale svizzera hanno intrapreso un'azione coordinata per "migliorare l'offerta di liquidità attraverso le linee permanenti di swap di liquidità in dollari", aumentando la frequenza delle operazioni con scadenza a 7 giorni da settimanale a giornaliera "almeno fino alla fine di aprile".
La rete di linee di swap tra queste banche centrali, viene ricordato nel comunicato, "è un insieme di strumenti permanenti disponibili e funge da importante sostegno alla liquidità per alleviare le tensioni nei mercati globali dei finanziamenti, contribuendo così a mitigare gli effetti di tali tensioni sull'offerta di credito a famiglie e imprese".
L'azione delle banche non è bastata per calmare le preoccupazioni dei mercati, che ora s'interrogano sui possibili effetti del deal tra UBS e Credit Suisse, anche in seno all'azzeramento dei bond AT1 e al salvataggio delle equity.
In genere, accade il contrario: cioè sono gli azionisti a perdere per primi i propri soldi in caso di fallimento di una banca, mentre creditori e depositanti accusano il colpo solo dopo che il patrimonio netto viene azzerato.
"Il problema ora è come calcolare il rischio", ha dichiarato un bond trader europeo a Investing.com. "Prima di ieri - ha aggiunto - sapevamo che il rischio AT1 si basava sui livelli di PONV e CET1", riferendosi al fatto che le authority dovrebbero imporre perdite agli obbligazionisti AT1 solo se il livello di capitale di una banca scende sotto il cosiddetto "Point of Non-Viability".
La gestione del caso CS significa che le obbligazioni AT1 "sono ora più esposte a rischi economici più ampi", e i rischi economici "sono davvero difficili da capire e da prezzare", ha detto il trader.