(Reuters) - Le borse asiatiche sono oggi in calo, a seguito del ribasso dei prezzi del petrolio provocato dalla fine dello sciopero dei lavoratori del settore in Kuwait, che ha lasciato il mercato improvvisamente senza direzione.
L'indice MSCI, che non comprende Tokyo, è in calo di oltre lo 0,6%. A inizio seduta era ai massimi da novembre scorso. L'indice giapponese Nikkei ha chiuso invece con un rialzo dello 0,19%, sulla scia di Wall Street e del rafforzamento del dollaro contro lo yen.
Il future sul Brent è sotto i 43 dollari al barile, quello sul greggio Usa sotto i 40 dollari.
"A breve termine vedremo più pressione al ribasso che al rialzo", dice l'analista di Ihs Victor Shum.
SYDNEY ha anche oggi in rialzo, ai massimi da oltre tre mesi e mezzo grazie al rafforzamento dei prezzi delle commodity che premia i titoli come BHP Billiton e Rio Tinto (LON:RIO), in rialzo rispettivamente del 3,4% e del 4%.
SHANGHAI perde invece pesantemente (-4%) mentre gli investitori, dubbiosi sulla reale consistenza della ripresa economica cinese, hanno preferito le prese di profitto. HONG KONG perde meno, -1,36%. Prada in controtendenza, +0,19%.
TAIWAN cancella gli iniziali guadagni e perde quasi l'1,4% sulla scia della Cina. Oggi vengono diffusi i dati sull'export di marzo che, secondo un sondaggio Reuters, sarebbero in calo per 12 mesi di seguito.
SEUL ha chiuso a -0,3% dopo aver toccato in precedenza il picco dell'anno.