In una recente udienza presso l'Alta Corte di Delhi, Chitra Ramkrishna, ex amministratore delegato della Borsa nazionale (NSE), ha contestato le definizioni di "dovere pubblico" e "funzionario pubblico" ai sensi della legge sulla prevenzione della corruzione. Ramkrishna, che ha guidato la NSE dal 2013 al 2016, è coinvolta in uno scandalo che riguarda una presunta cattiva condotta durante il suo mandato.
Il cuore dell'argomentazione di Ramkrishna risiede nella classificazione dei dipendenti del settore privato come dipendenti pubblici, che ritiene ingiusta. Il suo avvocato, Hariharan, ha sottolineato che, nonostante la NSE sia registrata ai sensi del Companies Act, questi termini potrebbero colpire in modo inappropriato gli individui del settore privato. È in discussione anche la legittimità della sanzione dell'accusa nei suoi confronti.
Il Central Bureau of Investigation (CBI), che ha presentato le accuse contro Ramkrishna nell'aprile 2022 per gratificazione illegale e cospirazione criminale, sostiene una prospettiva diversa. Il CBI cita un precedente della Corte Suprema che stabilisce che qualsiasi forma di aiuto governativo può rendere i dipendenti di un'organizzazione dipendenti pubblici. Questo aspetto entra in gioco nel momento in cui la CBI indaga su Ramkrishna per aver presumibilmente consentito ad alcuni broker un accesso privilegiato a dati di mercato sensibili e per aver facilitato la diffusione impropria di informazioni dai server della NSE ai broker tra il 2010 e il 2014.
I giudici Kait e Kaur hanno chiesto risposte sia al governo centrale che al CBI su queste questioni. Nell'ambito del procedimento legale, entrambe le parti sono state invitate a presentare argomentazioni scritte prima della prossima udienza prevista per il 19 dicembre. Questo caso continua ad attirare l'attenzione per le sue implicazioni sulla corporate governance e sulla supervisione normativa dei mercati finanziari indiani.
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