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Mps, voci coinvolgimento Poste Italiane non scaldano titolo. Banche giù

Pubblicato 18.10.2018, 12:53
© Reuters.  Mps, voci coinvolgimento Poste Italiane non scaldano il titolo. Banche deboli
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Investing.com - Con lo spread che resta sopra i 300 punti e il Ftse Mib che vira in negativo, a Piazza Affari i titoli finanziari soffrono più degli settori, con l’indice FTSE Italia All Share Banks che sottoperforma quello principale di Milano cedendo oltre l’1%.

Ancora peggiore la performance di Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), in flessione dell’1,37, con le azioni che scendono sotto quota 1,7 euro, ancora ai minimi storici dopo il ritorno in borsa.

Gli investitori sembrano ignorare le ipotesi diffuse oggi da MF che lancia l’ipotesi Poste Italiane (MI:PST) nel futuro dell’istituto senese.

A metà 2019, infatti, il Tesoro (azionista di maggioranza di Mps) dovrà presentare all’Unione europea un piano per l’uscita dal capitale della banca e BancoPosta potrebbe essere coinvolta nei piani del governo, visto l’attività di raccolta del risparmio della struttura giudicata “coerente con l’obiettivo di dar vita a una banca degli italiani”.

Sempre secondo il quotidiano finanziario, “la prima mossa sarà probabilmente una rivisitazione della governance, con quale passaggio di consegne in consiglio di amministrazione”.

Proprio in risposta a ipotesi di cambio al vertice di Mps, l’Ad di Ubi Banca (MI:UBI), Victor Massiah, aveva smentito che l’istituto senese possa essere nel suo futuro. “Io ho un amore incondizionato per Ubi”, aveva dichiarato a margine della riunione dell’esecutivo dell’Abi.

Tra gli altri titoli di Piazza Affari resta in forte perdita Banca Piccolo Credito Valtellinese (MI:PCVI) (Creval), che cede il 3,59%. Nei giorni scorsi era stato cambiato il vertice della banca, con la nomina del nuovo presidente Luigi Lovaglio, e quella dei vice presidenti Alessandro Trotter e Stefano Caselli.

Seguono in rosso FinecoBank (MI:FBK) e Banco Bpm (MI:BAMI) che cedono oltre il 2%, Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI), Banca Mediolanum (MI:BMED) e Unicredit (MI:CRDI), in flessione superiore all’1%.

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