Parte il conto alla rovescia per un dopo-Draghi più aleatorio

Pubblicato 05.07.2022, 16:19
Aggiornato 05.07.2022, 16:27
© Reuters. Mario Draghi, presidente del Consiglio, durante una conferenza stampa con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy a Kiev. Ludovic Marin/Pool via REUTERS
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di Lisa Jucca

MILANO (Reuters Breakingviews) - L'autrice è un'editorialista di Reuters Breakingviews. Le opinioni espresse sono le sue

L’emergere di grattacapi politici segna la fine della luna di miele di governo del presidente del Consiglio Mario Draghi. L'ex premier Giuseppe Conte sta valutando se ritirare il sostegno all'esecutivo guidato dall’apprezzato ex banchiere centrale. Questo potrebbe portare a nuove elezioni e a un governo meno favorevole all'euro. Peggio ancora, il nervosismo dei mercati dovuto all'instabilità politica complicherebbe gli sforzi della Bce per contenere l'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato. 

    Il sostegno di Conte all'esecutivo Draghi non è mai stato pieno. L'ex premier aveva ceduto a malincuore il posto al banchiere nel bel mezzo della crisi innescata dal Covid-19. Oggi, Conte disapprova la scelta di Palazzo Chigi di fornire armi all'Ucraina e, in occasione dell'incontro con Draghi nella giornata di domani, chiederà garanzie sul mantenimento del reddito di cittadinanza e del superbonus all'edilizia introdotti sotto la sua leadership. Draghi ha minacciato le dimissioni se il Movimento 5 Stelle dovesse uscire dalla coalizione di governo. 

    Una fine improvvisa dell'esecutivo di Draghi, la cui scadenza naturale è a metà del 2023, scatenerebbe ansia tra investitori obbligazionari, facendo aumentare lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi ben oltre gli attuali 200 punti base. Inoltre, fermerebbe il programma di riforme di Draghi, danneggiando la crescita proprio mentre l'Italia si trova a fare i conti con una potenziale recessione. Una crisi potrebbe anche rendere più arduo per l'Italia ottenere il via libera ai fondi Covid-19 dell'Unione europea. 

© Reuters. Mario Draghi, presidente del Consiglio, durante una conferenza stampa con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy a Kiev. Ludovic Marin/Pool via REUTERS

    L'instabilità politica riporterebbe anche alla memoria il voto del 2018 che ha prodotto il primo esecutivo italiano a stampo populista. Gli attuali sondaggi indicano come possibile la vittoria di una coalizione di destra che comprenda Fratelli d'Italia e la Lega. Entrambi i partiti hanno a più riprese attaccato l’Unione Europea, arrivando anche a proporre un'uscita dall'euro. E il leader della Lega Matteo Salvini ha più volte espresso apprezzamenti nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. Anche se il governo Draghi evitasse il collasso questa settimana, l'avvicinarsi delle elezioni renderà più faticoso il lavoro del premier nei prossimi mesi e potrebbe innescare altre crisi. 

    Un'Italia politicamente più volatile complicherebbe, inoltre, i tentativi della BCE di evitare una crisi del debito pubblico. La banca centrale intende presentare a fine luglio un nuovo strumento per combattere la divergenza tra i rendimenti dei titoli di Stato all'interno della zona euro, la cosiddetta frammentazione. Ma la Germania ed altri Stati membri potrebbero opporsi a un robusto impegno a intervenire se il nervosismo legato ai titoli di Stato italiani derivasse da scelte politiche sbagliate piuttosto che da un attacco speculativo ingiustificato. Con il conseguente rischio che il debito italiano sia lasciato in balia delle forze di mercato. 

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Cristina Carlevaro)

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