Investing.com - Profondo rosso per Campari (MI:CPRI) che cede oltre il 4% a metà seduta, titolo nettamente peggiore del Ftse Mib, ancora incerto dopo le dichiarazioni di ieri di Jerome Powell e in attesa dei risultati elettorali di domenica prossima.
Ieri il gruppo di beverage di marca ha diffuso i dati sul 2017 che hanno visto una crescita delle vendite nette pari al 5,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e corrispondente a 1,82 miliardi. L’azienda guidata da Bob Kunze-Concewitz ha alzato del 10% il dividendo 2018 a 0,05 euro (+11,1%).
L’anno 2017 si è concluso con un utile netto rettificato di 233,4 milioni di euro, segnando un aumento del 17,5% rispetto al 2016. In calo l’indebitamento finanziario netto che scende a 981,5 miliardi di euro, rispetto agli 1,19 miliardi precedenti, ottenuti grazie alla generazione di cassa dopo la vendita di business non strategici.
La società prevede per il 2018 una performance positiva dei principali indicatori, spinta dai risultati delle marche a priorità globale e regionale a elevata marginalità nei principali mercati sviluppati. Il miglioramento della crescita organica è legata all’aumento della marginalità lorda grazie al mix favorevole delle vendite e in grado di controbilanciare l’aumento atteso del prezzo dell’agave, prodotto utilizzato per la produzione delle bevande del marhio Campari.
Nonostante le ottimistiche previsioni dell’azienda, gli operatori hanno giudicato troppo prudenti i target annunciati dal gruppo nell’incontro con gli analisti.