di Massimiliano Di Giorgio
ROMA (Reuters) - Ilva ha prolungato di una settimana la scadenza per la presentazione di offerte vincolanti, mentre proseguono le consultazioni per individuare la cordata che possa rilevare il più grande gruppo siderurgico nazionale.
La decisione di protrarre fino al 30 maggio la scadenza per proposte di affitto o vendita dell'intero gruppo, messa in amministrazione straordinaria dal governo oltre un anno fa, o anche delle sette società controllate, è stata confermata ufficialmente da un portavoce.
Una fonte dell'azienda che preferisce restare anonima ha spiegato la decisione con "la complessità dell'operazione", il cui closing è fissato per decreto il 30 giugno.
La scommessa, in un panorama internazionale che registra una persistente sovraccapacità di acciaio e in Italia un import cinese aumentato nel 2015 del 46%, è quella di mantenere in vita un gruppo rimasto coinvolto in una indagine per disastro ambientale.
Ilva, ex proprietà della famiglia Riva, conta oltre 14.000 dipendenti e nel 2015 ha perso 380 milioni, riducendo i volumi di spedito da 5,9 a 4,7 milioni di tonnellate.
I potenziali acquirenti potranno beneficiare di diverse condizioni favorevoli, grazie alle misure varate dal governo dal 2012 in poi.
Godranno dell'appoggio di Cassa Depositi e Prestiti (CDP.UL), la holding statale che ha annunciato l'ingresso in Ilva con una quota di minoranza.
Non dovranno accollarsi 3 miliardi circa di debiti della vecchia Ilva pre-amministrazione straordinaria.
Potranno finanziare gli interventi di bonifica ambientale con un prestito-ponte di 1,1 miliardi garantito dallo Stato e fare a meno di 4.000 dipendenti, già dichiarati in esubero.
DUE CORDATE
Quattro fonti hanno riferito che sono al momento due le possibili alleanze per Ilva, una che fa riferimento all'italiana Arvedi, dell'omonima famiglia, l'altra ai turchi di Erdemir (IS:EREGL).
Una delle fonti ha detto che Arvedi è affiancata da Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, a cui fa capo Luxottica (MI:LUX). Ma una fonte vicina a Delfin ha smentito l'interesse dei Del Vecchio per Ilva.
Due anni fa Arvedi, con l'appoggio della brasiliana Companhia Siderurgica Nacional (Csn) (SA:CSNA3) e di Cdp, si era candidata a acquisire la maggioranza di Ilva.
Ma il peggioramento del quadro internazionale dell'acciaio e la recessione brasiliana sembrerebbe escludere che Csn, che pure ha avanzato una manifestazione d'interesse, resti in gara.
Csn "manterrà chiare le priorità", ha detto a Reuters una fonte brasiliana a conoscenza diretta della situazione, riferendosi alla necessità di conservare liquidità.
Erdemir ha confermato nei giorni scorsi l'interesse per Ilva e ha detto a Reuters che sta valutando i dati acquisiti dopo la visita alla data room dell'azienda, ma non ha risposto alla domanda se abbia in corso contatti con Cdp o altri soggetti italiani.
La più grande azienda siderurgica turca, controllata dal fondo pensioni dei militari turchi Oyak [OYAK.UL] (nel cui capitale è presente anche ArcelorMittal (AS:ISPA) attraverso due controllate, con poco più del 12%), ha prodotto nel 2015 circa 9 milioni di tonnellate di acciaio e punta a investire un miliardo di dollari entro il 2019.
Un possibile alleato italiano di Erdemir, dicono fonti di settore, potrebbe essere il gruppo Marcegaglia, uno dei più grandi trasformatori d'acciao. Una fonte vicina al gruppo italiano non si sbilancia e dice che "è ancora in corso una verifica per vedere se esistono i presupposti di un'offerta".
Due anni fa Marcegaglia era alleato di Arcelor-Mittal per Ilva, ma anche il gigante mondiale dell'acciao, come la brasiliana Csn, stavolta non sembra motivato ad intervenire, secondo alcune fonti di settore, date le difficoltà del settore. Un portavoce dell'azienda non ha voluto commentare.
-- Hanno contribuito Tatiana Bautzer e Guillermo Parra-Bernal da San Paolo, Ceyda Caglayan da Istanbul.