ROMA (Reuters) - La produzione di rifiuti urbani in Italia è aumentata nel 2014, in linea con la ripresa dei consumi e dopo tre anni di calo, mentre il riciclaggio è arrivato al 45,2%.
Lo dice l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nel suo rapporto annuale sui rifiuti, diffuso oggi.
I dati di Ispra indicano che lo scorso anno la produzione di rifiuti è aumentata a livello nazionale dello 0,3% sul 2013, con una punta massima del 4,2% nelle Marche e un calo del 3,1% in Basilicata.
Nello stesso periodo, dicono i dati Istat, la spesa media delle famiglie per i consumi è cresciuta dello 0,7%.
La quantità di rifiuti urbani prodotti (pari a 29,65 milioni di tonnellate) è comunque inferiore a quella del 2002 (29,86 milioni), secondo la serie storica pubblicata dall'Istituto.
Lo scorso anno è cresciuta anche la percentuale di raccolta differenziata, che ha raggiunto il 45,2%, cioè l'obiettivo indicato per il 2008 dalla direttiva europea in materia.
Sono invece solo 14 le province (11 delle quali in Italia del Nord) che l'anno scorso erano sopra il 65% del riciclaggio, target previsto dalla Ue per il 2012.
Il 31% dei rifiuti urbani italiani finisce ancora in discarica (ma il 70% del materiale è sottoposto a trattamenti preventivo, contro il 58% di un anno prima), mentre il recupero di materia riguarda oltre il 25%, e il trattamento biologico della frazione organica oltre il 16% (per un riciclaggio complessivo di circa il 42%: l'obiettivo Ue è del 50% entro il 2020 .
Il 17% dei rifiuti viene incenerito, il 2% è utilizzato per produrre energia.
Per quanto riguarda i costi, nel 2014 ogni kg di rifiuto indifferenziato è costato 0,23 euro, mentre lo stesso quantitativo di rifiuto differenziato costava 0,19 euro. Complessivamente, dice Ispra, in Italia la gestione dei servizi di igiene urbana è costata circa 10 miliardi di euro.
(Massimiliano Di Giorgio)