Per Robert Lind (Capital Group) il rischio di una recessione a breve termine è particolarmente evidente in Italia con effetti che ricadrebbero anche sul resto dell’Europa, complici i legami commerciali e le catene di fornitura
La rapida diffusione del contagio da coronavirus in Europa e nel resto del mondo ha generato pesanti perdite sui mercati finanziari con i cali degli indici registrati ieri che sono i più pesanti dal 1987. A spaventare gli investitori i tanti interrogativi riguardo al potenziale impatto sulla crescita economica globale e sulle catene di fornitura alle imprese da parte della Cina. “Per quanto riguarda l’impatto del contagio sull’economia europea, occorre valutare sia le conseguenze dirette di una minore domanda proveniente dalla Cina, che alimenta i canali commerciali, e sia l’esposizione delle imprese europee all’interruzione delle catene di fornitura in Cina”, fa sapere Robert Lind, economista di Capital Group.
L’IMPATTO EFFETTIVO POTREBBE RISULTARE MAGGIORE
Per quanto riguarda il primo aspetto, può aiutare a comprendere i valori in gioco la tabella seguente che illustra una stima del probabile impatto diretto sul PIL europeo generato da un brusco calo (-10%) delle importazioni in Cina. “Le percentuali indicate, tuttavia, non includono l’impatto di un indebolimento della domanda cinese sul resto dell’Asia e le ulteriori ripercussioni di tale debolezza sull’Europa: ne deriva che l’impatto effettivo potrebbe risultare maggiore”, specifica l’esperto...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge