MILANO (Reuters) - Il consiglio di amministrazione di Telecom Italia (MI:TLIT), salvo eccezioni di scarsa rilevanza, si è sempre espresso secondo le indicazioni dei consiglieri rappresentanti del socio di riferimento Vivendi (PA:VIV).
Lo sostiene il collegio sindacale, mentre il cda dice che i consiglieri si sono sempre espressi liberamente, secondo la nota emessa ieri sera dal gruppo su richiesta Consob.
Il collegio sindacale ha ritenuto di poter enucleare una nozione di controllo tale da abbracciare anche il "potere di orientare/influenzare/condizionare stabilmente l'esercizio del diritto di voto della maggioranza degli amministratori" rispetto a "deliberazioni significative", e ha quindi ripercorso eventi, attività e deliberazioni del cda dal 2015.
Il collegio ha osservato che, "salvo minori eccezioni, nelle diverse circostanze l'organo consiliare "si è sempre espresso secondo la posizione proposta ovvero dichiaratamente ed energicamente sostenuta dagli amministratori di provenienza di Vivendi", elemento che considera sufficiente "per poter accertare la sussistenza, ai fini della disciplina delle operazioni con parti correlate, di una posizione di controllo" di Vivendi su Tim.
Tutti gli amministratori (incluso il consigliere indipendente designato da Vivendi; assente il consigliere Kingsmill) hanno escluso qualsivoglia "soggezione" rispetto alle posizioni espresse dai consiglieri non indipendenti designati da Vivendi, confermando di avere sempre assunto le proprie determinazioni con piena e incondizionata autonomia di giudizio, dice ancora la nota.
I Consiglieri Calvosa e Cornelli, pur condividendo le conclusioni del cda, "hanno ritenuto di non concorrere alla votazione in quanto portatrici di una proposta di rafforzamento dei presidi sulle operazioni riferibili a Vivendi e ai suoi amministratori".
Secondo una nota Telecom Italia diffusa nei giorni scorsi, il collegio sindacale ritiene che Vivendi non abbia il controllo di Tim sulla base del codice civile e del testo unico della finanza, mentre ha il controllo sulla base della normativa Consob sulle parti correlate.
Il cda ritiene invece che Vivendi non abbia il controllo neanche ai fini della normativa Consob sulle parti correlate.