MILANO (Reuters) - Domani UniCredit annuncerà un forte aumento dei ricavi rispetto a un anno prima, continuando a beneficiare dell'aumento dei tassi di interesse, ma l'esposizione della banca alla Russia sta attirando l'attenzione da parte delle autorità di regolamentazione.
La Banca centrale europea (Bce), che da tempo sta invitando gli istituti di credito della zona euro a lasciare la Russia, è preoccupata per la persistente presenza di UniCredit (BIT:CRDI) nel Paese, ma finora non ha preso in considerazione la possibilità di intraprendere delle azioni in merito, secondo una fonte vicina alla questione.
La Bce non ha commentato.
Finora UniCredit è riuscita a evitare l'uscita dalla Russia, dove gestisce una delle 15 banche principali del Paese. Per abbandonare il mercato è necessaria l'approvazione presidenziale, per via delle restrizioni sulla cessione degli asset introdotte da Mosca dopo l'invasione dell'Ucraina.
Il mese scorso il presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, Andrea Enria, ha ribadito la propria "preoccupazione per la deludente lentezza dei progressi" compiuti dalle banche che hanno una presenza locale in Russia nell'abbandonare il Paese.
Alle banche è stato chiesto di adottare una tabella di marcia per l'uscita e di accelerare gli sforzi, riportando regolarmente agli organi di gestione e alle autorità di vigilanza sullo stato dell'esecuzione di tali piani e su eventuali ostacoli o ritardi, come si legge in una lettera indirizzata ai parlamentari dell'Unione europea.
Qualsiasi rischio legato alla Russia viene tenuto in conto nel processo di valutazione che porta le autorità di vigilanza a stabilire i requisiti patrimoniali specifici delle banche per l'anno in corso, ha affermato Enria nella sua lettera di giugno.
Il fallito tentativo di ammutinamento del mese scorso in Russia ha attirato l'attenzione degli investitori sui rischi geopolitici del Paese, verso il quale UniCredit aveva un'esposizione massima lorda di 5 miliardi di euro a fine marzo, in calo rispetto ai 7,4 miliardi di euro dell'anno precedente.
Domani l'istituto presenterà i dati aggiornati.
L'anno scorso UniCredit ha accantonato 900 milioni di euro per coprire potenziali perdite legate alla Russia. A fine marzo, aveva quasi dimezzato i prestiti rispetto a un anno prima, scendendo a 5,6 miliardi di euro e riducendo i prestiti transfrontalieri del 65% nello stesso periodo.
Dopo aver cercato senza successo un acquirente non russo per le attività locali, quest'anno ha reinserito la Russia nel calcolo dei risultati dopo che per diversi trimestri li ha presentati pro-forma escludendola.
L'AD Andrea Orcel, che l'anno scorso aveva valutato l'idea di aumentare la presenza russa facendo un'offerta per un'altra banca locale poco prima che scoppiasse la guerra, ha detto che cedere effettivamente le attività russe, come ha fatto Societe Generale, sarebbe moralmente sbagliato e non rientrerebbe nell'interesse degli azionisti.
Gli analisti si aspettano che UniCredit registri un aumento dei ricavi trimestrali del 18% su base annua, con un utile netto in leggero calo rispetto a un anno fa a 1,86 miliardi di euro, secondo il consensus della banca, a causa in parte del costo legato alle uscite volontarie del personale.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Gianluca Semeraro)