ROMA (Reuters) - Sia pur con prudenza sul modo con cui si realizza la tassazione delle grandi società del Web, per il ministro Carlo Calenda il principio è apprezzabile.
Calenda lo ha detto parlando con i giornalisti a margine di un convegno sulla Moda alla Luiss.
Fatta l'avvertenza che "come sempre le cose vanno viste nella loro implementazione, il principio è molto condivisibile", ha risposto Calenda ad una domanda sull'emendamento alla manovra approvato ieri dalla commissione Bilancio della Camera.
Il testo stabilisce che le web company possono chiedere al fisco italiano una verifica dei requisiti se ravvisano il rischio che "l'attività esercitata nel territorio dello Stato costituisca una stabile organizzazione". La procedura offre due vantaggi: un quadro tributario certo per il futuro e sanzioni dimezzate per le tasse non versate nei periodi d'imposta già scaduti (è il cosiddetto accertamento con adesione).
Intervenendo a Radio 24 Francesco Boccia, promotore dell'emendamento e presidente della commissione, ribadisce che lo Stato potrebbe incassare almeno un miliardo.
C'è "la certezza che questa imponente mole di base imponibile erosa, che ammonta a oltre 30 miliardi, ci darebbe dai 4 ai 5 miliardi l’anno; a regime sarebbe tutta la parte che sfugge al fisco, ovviamente. Io auspico, con questa impostazione transitoria, che si possa incassare almeno 1 miliardo", ha detto.