Investing.com - L’attività del settore manifatturiero britannico ha registrato un inatteso calo a novembre per via della sterlina debole che sta mettendo i prezzi sotto pressione, secondo i dati di settore di questo giovedì.
Nel report del gruppo di ricerche di mercato Markit si legge che l’indice PMI per il settore manifatturiero britannico è sceso al tasso destagionalizzato di 53,4 il mese scorso da 54,2 di ottobre.
Gli analisti avevano previsto un aumento a 54,5 a novembre.
Una lettura superiore a 50,0 indica un’espansione del settore, mentre una lettura inferiore a tale livello è indice di contrazione.
Markit ha sottolineato che il cambio debole ha fatto salire i costi notando che anche se la crescita della produzione e degli ordinativi ha perso lo slancio è rimasta comunque al di sopra degli andamenti a lungo termine.
Il report ha mostrato che si tratta del quarto mese di crescita consecutivo per il settore manifatturiero britannico.
“Ci sono anche segnali che il cambio debole sta avendo un forte impatto inflazionario, comportando un aumento dei prezzi di vendita da parte delle fabbriche”, afferma il gruppo di ricerche di mercato.
Rob Dobson, economista senior di Markit, nota che il tasso di cambio ha avuto un “impatto rilevante” sulla manifattura.
“Il lato positivo è che la spinta alla competitività delle esportazioni sta comportando un incremento delle nuove imprese di esportazione”, spiega Dobson.
“Tuttavia, l’84% dei manifatturieri a cui è stato chiesto un motivo per l’aumento dei costi di acquisto hanno risposto indicando l’aumento dei costi all’importazione dovuto al tasso di cambio”, aggiunge, notando che i prezzi alla vendita sono aumentati al massimo degli ultimi cinque anni e mezzo.
Dobson avverte che si teme che l’aumento dei costi possa far passare in secondo piano gli effetti positivi del tasso di cambio più basso.
“Mentre volge al termine il recente periodo di incertezza, i timori per l’aumento dell’inflazione e l’ambiguità circa il possibile impatto delle trattative per la Brexit potrebbero frenare la crescita nei prossimi mesi”, conclude Dave Nobel, a capo del Chartered Institute of Procurement & Supply che contribuisce all’elaborazione del sondaggio.
Subito dopo il report, il cambio GBP/USD si attesta a 1,2512 da circa 1,2527 segnato prima, la coppia EUR/GBP è scambiata a 0,8480 da 0,8473, ed il cambio GBP/JPY scende a 143,00 da 143,04.
Intanto, i mercati azionari europei sono al ribasso. L’indice londinese FTSE 100 scende dello 0,65%, l’Euro Stoxx 50 è in calo dello 0,68%, il francese CAC 40 segna -0,53%, mentre il tedesco DAX va giù dello 0,72%.