BUENOS AIRES (Reuters) - Il candidato dell'opposizione liberale Mauricio Macri è stato eletto ieri presidente dell'Argentina, scalzando dal governo il movimento peronista del candidato di centro sinistra concorrente Daniel Scioli con la promessa di liberalizzare un'economia in difficoltà e mettere fine ad una cultura di politiche divisive.
Macri, figlio di un magnate delle costruzioni nato in Italia, ha vinto le elezioni facendo leva sulla frustrazione per una crescita anemica, alta inflazione e corruzione e sarà il terzo leader non peronista dalla fine del regime militare nel 1983.
Scioli ha pagato la gestione dell'economia e lo stile poco accomodante di leadership del presidente uscente Christina Fernandez de Kirchner. Ma la sfida di Macri sarà quella di fare le riforme senza penalizzare i poveri. L'ex sindaco di Buenos Aires ha promesso di smantellare la rete di controlli sulla valuta e di limiti al commercio che hanno tenuto alla larga gli investitori e frenato la crescita. Ci si aspetta che elimini le pesanti imposte sulle esportazioni di cereali e che riduca i sussidi all'energia e ai trasporti - che secondo gli economisti assorbono circa il 20% della spesa governativa - per ridare ossigeno al deficit.