ROMA (Reuters) - Il Parlamento non è riuscito neppure oggi, al diciassettesimo tentativo, ad eleggere i due giudici della Corte costituzionale che devono completare il collegio, in un'impasse che dura da quattro mesi e che preoccupa il Capo dello Stato.
Il "ticket" di candidati sponsorizzati dai vertici di Pd e Forza Italia non ha superato il quorum dei 570 voti di deputati e senatori.
Luciano Violante, indicato dal Pd, si è fermato a 506 voti, mentre Ignazio Caramazza (Fi) ne ha presi 422. Nello scrutinio, segreto, si continuano a scaricare le tensioni tra i membri della maggioranza di governo e le faide interne a Forza Italia.
"La frammentazione e la conflittualità che segnano gli schieramenti parlamentari hanno ancor una volta impedito il raggiungimento delle convergenze necessarie per la elezione dei due giudici costituzionali", ha osservato oggi in una nota il presidente Giorgio Napolitano.
"Rattrista e preoccupa il constatare che il Parlamento si auto-priva così, in misura sostanziale, della facoltà attribuitagli dalla Costituzione di concorrere alla formazione della più alta istituzione di garanzia".
"Ed è per me motivo di amara riflessione il fatto che a poco sono valse le mie ripetute, obbiettive e disinteressate sollecitazioni perché da nessuna parte si venisse meno a questa prova essenziale di senso delle istituzioni", ha proseguito il capo dello Stato, che già il mese scorso aveva invitato i partiti a superare le incomprensione e convergere su due giudici.
La prossima votazione sarà martedì 14 ottobre, quando il Parlamento sarà anche chiamato ad eleggere un membro laico del Csm, dopo l'esclusione di Teresa Bene per mancanza dei requisiti all'accertamento post elezione.
(Roberto Landucci)